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16 giorni e poi?

(ti-press)

Il 25 novembre si celebra una giornata per ricordare a tutti che la violenza contro le donne è purtroppo un’orribile realtà. Questa giornata è un’opportunità per riflettere, sensibilizzare e, soprattutto, agire. Tuttavia non basta dedicare un giorno all’anno a questo tema: la lotta contro ogni forma di violenza deve essere un impegno costante, quotidiano, determinato e corale che coinvolga tutti: dalle istituzioni, passando per le associazioni, fino ad arrivare a ogni singolo cittadino.

La campagna dei “16 giorni contro la violenza sulle donne” ha permesso di focalizzare l’attenzione su questa piaga sociale. Ma la fine della campagna non deve segnare la fine dell’impegno. La violenza domestica, lo stalking, l’abuso sessuale e tutte le forme di violenza fisica e psicologica continuano a mietere vittime ogni giorno, in un silenzio che, spesso, è difficile da rompere.

È fondamentale educare le nuove generazioni alla cultura del rispetto, dell’uguaglianza e della non violenza affinché i giovani, ma non solo, comprendano il valore della parità e della libertà, per prevenire comportamenti violenti o discriminatori, fin dalla nascita.

Oltre all’educazione, bisogna investire nella formazione e nella prevenzione. Forze dell’ordine, professionisti della salute, insegnanti, educatori e tutti coloro che interagiscono direttamente con le persone, devono essere adeguatamente preparati a riconoscere i segnali di maltrattamento e a intervenire tempestivamente in maniera efficace. Le modalità messe in campo sono molteplici; penso per esempio a “Liberati dal silenzio”, sette video di animazione che trattano diverse forme di violenza all’interno della coppia e grazie a guide e attività educative, si incoraggiano le vittime a rompere il silenzio spronandole a cercare aiuto; lo sviluppo e l’applicazione di un protocollo di presa a carico delle vittime di violenza domestica nei Pronto Soccorso dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC); l’azione di sensibilizzazione sul tema della violenza domestica per i medici di famiglia; la formazione destinata a farmacisti e assistenti di farmacia.

La violenza lascia cicatrici profonde e il percorso di recupero è lungo e difficile. Proprio per questo, ogni vittima deve sentirsi ascoltata, protetta e accompagnata nel percorso di ricostruzione della propria vita.

La violenza perpetuata tra le mura di casa, non è né un fenomeno che si risolve da solo né una questione privata. Ogni atto violento è uno sfregio alla collettività. Proprio per questo istituzioni, enti locali, associazioni e comunità devono svolgere un lavoro sinergico e coordinato. Solo con un impegno collettivo e convinto possiamo sperare di far scomparire questa piaga e garantire un futuro in cui tutte e tutti possano vivere liberi, rispettati e al sicuro.