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Il nodo intermodale e i politici che s’improvvisano progettisti

Il Gran Consiglio ha acconsentito a una soluzione priva di logica, portata avanti da un Municipio affamato di potere e ammalato di protagonismo

Quando si leggono o si ascoltano i rapporti che i politici redigono per giustificare delle scelte perché non sanno più che pesci pigliare per togliersi di torno una problematica mal gestita e da più parti criticata e osteggiata, ci si domanda perché si sono messi a disposizione per rappresentare la popolazione.

L’approvazione da parte del Gran Consiglio del messaggio riguardo all’attuazione della variante di base per il nodo intermodale di Muralto ne è l’ennesima e inconfutabile prova. Un consenso dato per una soluzione priva di logica, portata avanti da un Municipio affamato di potere e ammalato di protagonismo, incapace di concentrarsi sulle ripercussioni che le proprie scelte avranno nella realtà una volta realizzate.

Un Municipio che si è improvvisato progettista e pianificatore, senza avere la benché minima conoscenza in materia, che costringe gli specialisti ad assecondarlo cercando assurde soluzioni da poter poi usare come alibi in cambio di nuovi mandati quale ricompensa.

La tematica del nodo intermodale ha ormai raggiunto il grottesco. Partita dalla fine con un progetto immobiliare faraonico su un sedime attualmente ancora non edificabile, ha collezionato negli anni un susseguirsi di colpi di scena, per ritrovarsi oggi senza un vero studio serio e professionale, a mettere in cantiere il tracciato che nessuno vuole, se non la politica rimasta priva di argomentazioni. Abbiamo una soluzione sommaria concentrata esclusivamente sulla circolazione dei bus, senza minimamente valutare e prendere in considerazione i numerosi impatti negativi che inevitabilmente si ripercuoteranno sulle zone e il territorio circostanti, sulla circolazione e sulla cittadinanza. Cittadinanza che oltre a pagare ne subirà le conseguenze, a causa delle inevitabili e numerose criticità e ai disagi che ne deriveranno.

Lugano prevede di spendere un miliardo nella mobilità. A Locarno, cinque milioni per un sovra o sottopasso che risolverebbe la prima e principale problematica dovuta allo spostamento dei pedoni, sono un importo insostenibile. Siamo veramente messi male, considerati come dei poveri provinciali di seconda categoria. Se lo studio fosse stato realizzato sin dall’inizio da professionisti preparati e competenti, non condizionati da politici incapaci e pasticcioni, cominciando da una vera e propria analisi con senso critico dell’area interessata, avremmo da tempo la soluzione se non realizzata, almeno condivisa. E a costi probabilmente anche più contenuti.

Il Locarnese è una delle zone del Ticino e della Svizzera maggiormente battute dai turisti. Eppure, nella totale indifferenza della classe politica si cancella un’area d’indiscusso pregio, molto frequentata, donandola all’invasione dei bus. Possibilità e spazio per evitare questo obbrobrio non mancano, ma purtroppo gli intrighi e le torbide ripicche che da ormai troppo tempo orbitano attorno al mondo politico non lasciano spazio all’ottimismo. E oltre a dare un’immagine di scarsa serietà, lasciano molti interrogativi sull’autorevolezza delle decisioni che vengono prese nelle stanze dei bottoni.

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