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Critica e difesa dell’Occidente

(Keystone)

È ancora possibile oggi, nell’attuale contesto globale, salvaguardare quei principi fondanti l’Europa e l’Occidente quali la democrazia, i diritti umani e il diritto internazionale? Chi mette in crisi questi principi all’interno delle nostre opinioni pubbliche sono da un lato gli “antioccidentali”, coloro che credono che la responsabilità del male sia sempre e comunque, in ultima istanza, dell’Occidente. L’invasione russa dell’Ucraina? Colpa della Nato, degli Usa e dell’imperialismo occidentale, come se non esistesse la volontà di espansione imperiale russa, come se il diritto internazionale non valesse per gli ucraini e bastasse dialogare e assecondare Putin per ottenere la pace nell’Europa dell’Est. Gli attacchi terroristici di Hamas e la tragedia del popolo palestinese? Colpa esclusiva del sionismo e del colonialismo occidentale, come se non esistesse la violenza teocratica islamista e bastasse liberare la Palestina “dal fiume al mare”, lasciando governare Hamas per ottenere giustizia in Medio Oriente. In nome di principi quali democrazia, diritti umani e diritto internazionale bisognerebbe allora criticare e contrastare coloro che, in funzione antioccidentale, giungono ad accettare, per non dire giustificare, i crimini di Putin, di Hamas e di qualsiasi altra autocrazia illiberale e antidemocratica che intende imporre con la forza la sua volontà di dominio nel mondo.

Dal lato opposto, però, chi mette in crisi questi principi sono anche i sostenitori a spada tratta della civiltà e della cultura occidentale, coloro che dimenticano e nascondono le violenze e i crimini di cui l’Occidente è stato ed è tuttora responsabile. Come dimenticare che uno dei principali attacchi all’ordine internazionale sia stato sferrato dagli Stati Uniti dopo l’11 settembre, in particolare con la loro guerra di aggressione all’Iraq contraria al diritto internazionale, e con la loro giustificazione della tortura in carceri quali Guantánamo, in violazione dei diritti umani più basilari? Come nascondere le responsabilità occidentali di fronte alla tragedia del popolo palestinese, dalla creazione dello Stato d’Israele come conseguenza dell’antisemitismo europeo, passando attraverso la decennale violazione da parte di Israele del diritto internazionale e dei diritti umani dei palestinesi, con la continua colonizzazione della Cisgiordania fino all’odierno massacro di Gaza? In nome dei principi occidentali, bisognerebbe allora anche criticare e contrastare tutti i nostri doppi standard morali, politici e legali. La vita di un palestinese e di un non occidentale vale quanto la vita di un israeliano e di un occidentale. I crimini di guerra, le violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani andrebbero condannati sempre e comunque, non solo se vengono commessi da chi non è parte dell’Occidente. Altrimenti i nostri principi rischiano di essere solo parole ipocrite, vuote e senza valore, funzionali a celare interessi particolari e volontà di controllo e dominio occidentali del mondo. Se così fosse, perché altri Paesi del resto del mondo quali Russia, Iran, Cina, con i loro desideri imperiali e coloniali, sarebbero tenuti a rispettarli?

Senza principi morali e legali sopra le parti che valgano per tutti, potrebbe aprirsi uno scenario di guerre senza fine. Le varie potenze del mondo, in assenza del dovere di risoluzione pacifica dei conflitti e del diritto all’autodeterminazione dei popoli, valendo solo la legge del più forte, sarebbero libere di aggredire, massacrare e assoggettare altri popoli a loro discrezione, siano questi popoli occidentali come gli ucraini o popoli non occidentali come i palestinesi. Nessuno sarebbe escluso dalle conseguenze di questo scenario. Neanche coloro che, all’interno delle nostre società, non sono né “anti-occidentali” né “pro-occidentali”, perché reputano che in fondo tra Occidente e resto del mondo non vi sarebbe grande differenza. Sono i “neutrali” e gli “equidistanti”, per i quali “pace” significa “essere lasciati in pace”, amici di tutti e quindi di nessuno, perché ciò conta è solo il proprio benessere economico individuale e nazionale. Finché dura.

Democrazia, diritti umani e diritto internazionale sono probabilmente ciò che di meglio l’Occidente può offrire al resto del mondo. Potrebbero rappresentare un modello di pace, giustizia e protezione da proporre a tutte le persone e i popoli del mondo. Bisognerebbe però innanzitutto crederci noi stessi, smettere di imporli al resto del mondo con la forza e la violenza, tentando di applicarli noi in primis con coerenza. Altrimenti, quale sarebbe l’alternativa?

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