Andrea Leoni alimenta con il suo articolo apparso su laRegione del 3 aprile la narrazione politica secondo cui il decreto Morisoli non avrebbe avuto alcuna efficacia sulle finanze cantonali, se non per la mitizzazione datane dagli avversari. In realtà il decreto legislativo concernente il pareggio del conto economico entro il 31 dicembre 2025 con misure di contenimento della spesa e senza riversamento di oneri sui Comuni ha avuto un impatto enorme sulla manovra del Preventivo cantonale 2024 e lo avrà su quella del Preventivo 2025, nella misura in cui determina un volume enorme di riduzioni di spesa e nessuna maggiore entrata. Questo decreto legislativo voluto da tutta la destra politica che comanda in parlamento (e non certo dalla sola Udc) disattende l’articolo 34 ter della Costituzione cantonale, che invita a un approccio equilibrato nel risanamento delle finanze; come pure disattende l’articolo 31d della Legge sulla gestione e sul controllo finanziario dello Stato, la quale in caso di problemi finanziari impone l'elaborazione di un Piano di riequilibrio, in grado di agire sulle spese e sui ricavi. Ricordo che nella penultima manovra di risanamento delle finanze cantonali, quella del 2019, le riduzioni di spesa sono state il 48% e i maggiori ricavi il 52%: un approccio equilibrato che è completamente diverso da quello della manovra del 2024, pur essendo la maggioranza politica cantonale del 2019 simile a quella odierna.
La pressione popolare organizzata da sindacati e sinistra contro i tagli del Preventivo 2024 ha fermato 25 dei 27 milioni di franchi di tagli di competenza del parlamento (stralcio del contributo del 2% sui salari cantonali oltre 60'000 e stralcio della modifica dei sussidi cassa malati). Purtroppo le manifestazioni popolari nulla hanno potuto per fermare i gravi tagli decisi direttamente dal governo (68 milioni), che hanno inciso in modo preoccupante sul personale e sulle prestazioni delle istituzioni sociali e sanitarie, come spesso evidenziato dai contributi pubblicati in questi mesi da laRegione. I 68 milioni di franchi su 82 milioni di misure di rientro decisi dal governo rappresentano ben l’83% della manovra del Preventivo 2024. La maggioranza di destra del parlamento ha peggiorato ulteriormente l’impietosa percentuale, introducendo nuovi importanti tagli nel settore dell’asilo e nella scuola (mancata sostituzione del 20% di docenti e operatori scolastici partenti nel 2024), senza apporre al decreto legislativo la clausola referendaria: ragion per cui Manuele Bertoli e il sottoscritto hanno ricorso al Tribunale federale per violazione dei diritti popolari.
Questi sono i fatti finanziari e non le interpretazioni soggettive. Escludere ogni aumento delle entrate per risanare le finanze cantonali, come fa il decreto Morisoli e come vuole la destra ticinese, in spregio della Costituzione e della legge finanziaria, è ingiusto, scandaloso, inaudito. E merita una lotta caparbia per smascherare l’inganno della destra, che è stato narrato in occasione della votazione del 15 maggio 2022 per ottenere il consenso del popolo al decreto Morisoli. Il Preventivo 2024 dimostra che ai ricchi non è stato chiesto alcun sacrificio, mentre tutti i sacrifici pesano e peseranno sulla maggioranza dei ticinesi, ossia il ceto medio-basso. È quello che accadrà ancor più con il Preventivo 2025. Ricordiamo inoltre che il decreto Morisoli potrà essere prolungato dalla maggioranza di destra del parlamento, che non ha dato alcun segno di ripensamento su questa strategia finanziaria, anzi!
In ogni caso nei prossimi mesi il sindacato Vpod Ticino non si limiterà a raccogliere le firme per l’iniziativa abrogativa del decreto Morisoli. Esso continuerà, assieme ad altri soggetti, a fare pressione sul governo contro i tagli e a fare campagna per vincere su tre importanti oggetti in votazione popolare il 9 giugno: il necessario limite ai premi di cassa malati, la fondamentale riforma dell’Istituto di previdenza cantonale e infine l’ingiusta riforma fiscale, la quale preoccupa non solamente la cittadinanza, ma anche i Comuni.