Siamo ancora divisi fra coloro che auspicano migliori condizioni economiche per talune persone e coloro che paventano situazioni catastrofiche di una Svizzera “senza più soldi”. Stavolta tocca ai pensionati, quelli che per anni hanno lavorato, contribuito, sostenuto l’economia. Oggi però il 30% di loro vive in condizioni precarie, le rendite stanno diminuendo, i premi di cassa malati continuano a salire incontrollati e i prezzi dell’energia sono alle stelle come quelli di merci, prestazioni e servizi. I nostri genitori e nonni soffrono una situazione di incertezza, di precarietà, di difficoltà a far quadrare i conti: dopo una vita di lavoro e di sacrifici si presentano preoccupazioni di ogni genere. Andremo a votare per dare loro un po’ di respiro dal lato finanziario, cioè una mensilità in più. Ed ecco i soliti contrari con cifre e previsioni nefaste. Dicono che mancheranno i soldi, la solita barzelletta: il fondo Avs dispone di 50 miliardi e aumenterà con nuovi contributi. Per il disastro del Credito Svizzero pochi mesi fa il Consiglio federale ha estratto tanti miliardi dal cassetto in una sola notte; stesso discorso per anni di utili miliardari della Bns. Dicono che dovremo pagare più contribuiti per finanziare questa manovra, ma saranno proporzionali al reddito, quindi redditi alti genereranno contributi alti. Dicono che “il principio è giusto, ma non si realizza così”: la solita frase fatta di politici che non faranno mai nulla. In tanti anni non hanno ancora equiparato l'Avs di concubini e coniugi. Vergogna!
Ora cinque consiglieri federali pensionati ci spaventano con una lettera inopportuna e indegna: persone che ricevono 23’000 franchi al mese chiedono di rinunciare a 2’000 franchi all'anno. Ipocriti! Non lasciamoci fregare, votiamo con forza un deciso sì alla tredicesima Avs.