Sono passati 20 mesi dalla sottoscrizione del Protocollo d’intesa per una collaborazione strategica tra il Municipio e Tether Operations Limited
Sono passati 20 mesi dalla sottoscrizione del Protocollo d’intesa per una collaborazione strategica tra il Municipio della Città svizzera di Lugano (rappresentato dal sindaco Michele Foletti e dal segretario comunale Robert Bregy) con Tether Operations Limited di Tortola, che era rappresentata da Jean-Louis van der Velde (cofondatore di Bitfinex nel 2013 all’epoca Ceo di Tether) e da Paolo Ardoino (la faccia pubblica di Tether, che da responsabile tecnologico nel dicembre 2023 è diventato il nuovo Ceo di Tether). Si tratta di una delle tre operazioni di propaganda di Tether, la più grande azienda in ambito di industria cripto (the largest company in the cryptocurrency industry), come la definiscono l’ingegnere informatico genovese Paolo Ardoino (inizialmente attivo in ambito militare) e il chirurgo estetico torinese Giancarlo Devasini (Ceo finanziario di Tether), ai quali non manca certo il pelo sullo stomaco e la faccia tosta. Alle operazioni propagandistiche del Lugano’s Plan ₿ e a quella nel disperato Stato di El Salvador, Tether aggiunge come regalo di Natale un investimento a lungo termine per un importo non precisato (ovviamente!) nell’Academy of Digital Industries a Tbilisi in Georgia (Caucaso), presso la quale i criptoguru hanno tenuto un corsetto analogo a quello tenuto Lugano.
Tether Operations Limited, che si definisce anche come l’azienda che gestisce la prima e più utilizzata stablecoin (USDt), ha sede c/o SHRM Trustees (BVI) Limited Trinity Chambers, PO Box, 4301 VG1110, Road Town, Tortola, British Virgin Islands. L’indirizzo della società di Tortola si desume dalla interessante lettera di quattro pagine (pubblicata sul sito di Tether), che il 16 novembre 2023 il Ceo Paolo Ardoino ha scritto al Senato americano, per discolparsi dai sospetti di utilizzo della cripto Tether per riciclaggio e transazioni ad opera di criminali di ogni tipo e di terroristi (Ardoino cita segnatamente Hamas, Hezbollah e Jihad islamica palestinese). Il Senato americano aveva interpellato il procuratore generale degli Stati Uniti Merrick Brian Garland con lettera del 26 ottobre 2023. Le cose serie avvengono non certo a Lugano, in El Salvador o a Tbilisi, ma negli Stati Uniti, dove le autorità americane stanno mettendo alle strette gli affaristi delle cripto. Ovviamente è nel mirino americano anche Tether, che si appoggia al dollaro americano: e che ricordiamo è stata bandita dallo Stato di New York, dove Devasini (a nome di iFinex Inc., BFXNA Inc., BFXWW Inc) e Van der Velde (a nome di 3 società Tether) il 17 febbraio 2021 hanno patteggiato il pagamento di una multa di 18,5 milioni di dollari: ma soprattutto Tether e Bitfinex hanno incassato il divieto di operare nello Stato di New York.
A Lugano intanto il sindaco e il Municipio, che ogni volta che si esprimono pendono dalla bocca di Tether, rifiutano di dire la loro opinione su fatti rilevanti che inficiano sempre più la credibilità del mondo cripto, come la stratosferica multa di 4 miliardi di dollari data dalle autorità americane a Bifinance (la più grande piattaforma di scambi di cripto, diretta dal Ceo Changpeng Zhao) oppure le dichiarazioni di Scotland Yard in merito al carattere endemico delle cripto nel crimine organizzato (vedi interrogazione no.1376). Nella seduta del Consiglio comunale di Lugano dello scorso 18 dicembre una maggioranza di 30 consiglieri comunali ha respinto la proposta di tagliare i viveri al Lugano’s Plan ₿ nel preventivo 2024: a favore del taglio si sono espressi 14 consiglieri comunali dell’area progressista e si sono astenuti ben 10 consiglieri comunali di destra. Un voto interessante perché, di fronte a tutti gli enormi guadagni di pochi affaristi e agli enormi scandali del mondo delle cripto, inizia a scricchiolare il consenso politico sul Lugano’s Plan ₿.