Da anni le libertà personali vengono continuamente picconate, per semplice mania di proibizionismo o paternalismo statale, ma sempre con una ponderazione squilibrata degli interessi in gioco e una volontà di affrontare i problemi nella misura più semplice: proibendo e vietando. Come Giovani Liberali Radicali Ticinesi siamo sempre stati contrari a questo agire semplicistico che spesso e volentieri non solo non ha nemmeno permesso di raggiungere i risultati auspicati, ma anzi ha ulteriormente aggravato i problemi. Per noi è chiaro che i giovani vanno responsabilizzati anziché messi sotto tutela dallo Stato, come avvenuto, ad esempio, prima con la Legge di apertura dei negozi, poi con i carnevali proibiti ai minori di 21 anni e ora per alcuni con la revisione della Legge sulla ristorazione. È finalmente arrivato il momento di scrollarsi di dosso quella paura di abbracciare l’estensione delle libertà solo perché negli ultimi decenni siamo stati ostaggio della tendenza inversa!
I giovani meritano molto di più da chi decide di assumersi la responsabilità di costruire il futuro del nostro Cantone. Non è più possibile tollerare la continua messa sotto tutela dei giovani da parte della politica. Se tutti, per davvero, si concentrassero sulle politiche giovanili, al posto di lanciare provocazioni e mancare di rispetto alle Istituzioni, vivremmo in un Cantone ben più vicino ai bisogni dei giovani e un po’ più lontano da sterili preconcetti ideologici, che di certo non aiutano il nostro Cantone ad affrontare le sfide del decennio. Non ci si può pertanto dispensare dal commentare che affermazioni di sedicenti difensori degli interessi dei giovani come "il compromesso che giustifica l’ingiustificabile" e la battaglia che "si svolge nel palazzo del potere borghese" non sono degne di chi ambisce a disegnare il futuro del nostro Cantone; ciò è l’ennesimo attacco alle Istituzioni, ad ulteriore dimostrazione della poca serietà nell’affrontare i temi che realmente dovrebbero occupare la politica. Siamo nel 2023 e continuiamo a dire che vogliamo il progresso, ma allo stesso tempo restiamo ben ancorati a leggi vecchie e restrittive che non tutelano alcuna libertà personale; non è certamente il miglior modo per dimostrare di voler cambiare questo Cantone. Impegniamoci, quindi, tutti insieme, ad evitare che una marea di burocrazia mini il benessere e la vivibilità di cittadini e aziende. Pensiamo ad una scuola con il giusto sguardo ai giovani in cui il tedesco anticipato non venga ostacolato da futili boutade, ma come mera semplice opportunità per migliorare il futuro dei giovani. Pensiamo ad un mercato del lavoro competitivo e all’altezza del periodo in cui ci troviamo, oppure impegniamoci a progettare un Cantone in cui creare posti di lavoro non venga demonizzato (a scapito di un non ben definito 99 per cento).
Più semplicemente impegniamoci, tutti insieme, per un Ticino in cui il progresso non venga bloccato da coloro che ritengono di dover insegnare ai 16enni come stare al mondo, ispirandosi a strutture del Novecento. Ripartiamo dai giovani e diamogli fiducia, per davvero e non solo in campagna elettorale!