Come agevolare l’applicazione delle convenzioni internazionali e delle leggi d’applicazione nazionali su scala più locale? Alcuni spunti e proposte
In Svizzera, i Diritti Umani sono Berna. Le Camere federali ratificano le convenzioni internazionali e, quando necessario, approvano le leggi di applicazione; il Consiglio Federale mette in opera i meccanismi di applicazione delle convenzioni internazionali, comprese quelle che tutelano i Diritti Umani; il Tribunale Federale sorveglia l’applicazione del diritto internazionale da parte delle autorità giudiziarie e amministrative della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni. In che modo mobilitare la tutela dei Diritti Umani sul territorio? Come rispettare l’impegnativo preambolo della nostra Costituzione Federale svizzera: "La forza di un popolo si commisura al benessere del più debole dei suoi membri"?
Un’Ombudswoman o un Ombudsman in ogni cantone e in ogni città importante sarebbe utile alla salvaguardia dei Diritti Umani. Ma questi obiettivi così importanti per il benessere della comunità possono essere salvaguardati soltanto da un ventaglio articolato di misure sinergiche, fra cui, tra le altre, obblighi iscritti nella Costituzione di ogni cantone. Il Canton Ginevra insegna: "Chiunque assuma un incarico pubblico è tenuto a rispettare, proteggere, realizzare i diritti fondamentali. Lo Stato fornisce un’educazione al rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali" (art. 41 della Costituzione ginevrina); "La realizzazione dei diritti fondamentali è soggetta a una valutazione periodica indipendente" (art. 42 della Costituzione ginevrina).
Grazie a un progetto sostenuto dal Fondo nazionale della ricerca, una squadra dell’Università di Losanna ha esaminato in che modo i parlamenti cantonali e le attrici e gli attori attorno a essi reagiscono agli obblighi che scaturiscono dal diritto internazionale. Per esempio, la Convenzione delle Nazioni Unite del 13 dicembre 2006 sui diritti delle persone con disabilità (Cdpd) ha permesso di mettere la nozione di inclusione al centro delle revisioni legislative. D’altro canto, la messa in opera in Svizzera della Convenzione cosiddetta di Istanbul (Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione della violenza domestica e per la lotta contro la violenza in danno della donna) ha contribuito a far includere fra gli atti perseguibili tutte le forme di violenza psichica, sessuale, psicologica o economica. La ricerca losannese aveva identificato quattro meccanismi che favoriscono l’impegno delle attrici e degli attori cantonali: mettere a disposizione sovvenzioni oppure vantaggi reputazionali; comminare sanzioni per incitare ad agire; diffusione delle informazioni riguardo a singoli obblighi di diritto internazionale; elaborazione di un quadro comune, per esempio un accordo intercantonale, per incitare i cantoni a mettere in opera norme legali internazionali di tutela dei Diritti Umani.
Allo scopo di incitare i legislatori cantonali a muoversi in modo collaborativo e coordinato, i ricercatori dell’Università di Losanna hanno pubblicato un rapporto con degli esempi e delle raccomandazioni che permettono l’elaborazione e l’approvazione di "Guide per le buone pratiche". L’ancoraggio effettivo dei Diritti Umani sul territorio svizzero viene stimolato grazie ai cosiddetti Esami Periodici Universali (Epu), uno strumento del Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu, finalizzato all’elaborazione di un bilancio sulla tutela dei Diritti Umani in ogni Paese del mondo. Per la Svizzera, essendo stata oggetto del terzo esame nel novembre 2017, il quarto esame è previsto per gennaio 2023. In occasione del terzo esame Epu erano state accolte 160 di 251 raccomandazioni, riguardanti in particolare la discriminazione razziale, il divieto della violenza sui bambini, l’uso eccessivo di mezzi di coercizione da parte della Polizia, l’approvazione della parità fra donne e uomini e, infine, la creazione di un’istituzione nazionale per i Diritti Umani, in conformità coi Principi di Parigi.
La prossima Giornata Mondiale dei Diritti Fondamentali delle Nazioni Unite del 10 dicembre 2022 offre l’occasione, ai cantoni e alle organizzazioni della società civile, per elaborare raccomandazioni destinate alle autorità cantonali e dei principali centri cittadini.
Questo articolo è stato pubblicato in francese sulla Tribune de Genève