Lunedì scorso i lavoratori edili ticinesi hanno inviato un messaggio chiaro agli impresari costruttori. I sindacati chiedono in tutti i settori un effettivo adeguamento dei salari all’inflazione. Come tutti sappiamo quest’anno il rincaro colpisce molti beni e servizi e i cittadini sono confrontati con aumenti del costo della vita che indeboliscono il potere d’acquisto. Questo dato deve essere preso sul serio dai datori di lavoro.
La vita in Ticino non è meno cara di altre regioni del Paese, diversamente da quello che pensa il signor Lardi, presidente della Società svizzera degli impresari costruttori, che continua a ripetere che nel nostro cantone si vive meglio a minor costo. Il Ticino, invece, risulta essere la regione con lo stipendio medio più basso della Svizzera.
Per fortuna e grazie alla forte presenza sindacale e alla capacità di lotta dei lavoratori della costruzione, il contratto nazionale mantello e il contratto cantonale costituiscono un forte e importante strumento per regolare le condizioni di lavoro e salariali in un settore particolarmente esposto.
I lavoratori, lottando, le hanno ottenute sostenendo i sindacati nell’azione di difesa dei loro diritti. Molti ricorderanno, per esempio, lo sciopero che ha permesso di difendere il pensionamento anticipato dei lavoratori dell’edilizia, che era stato messo in discussione dai datori di lavoro.
Dal Ticino, ancora una volta, parte un segnale forte agli impresari costruttori svizzeri. Il rinnovo del contratto nazionale si deve fare, ma garantendo giuste condizioni di lavoro e non indebolendolo. I lavoratori dell’edilizia e i sindacati al loro fianco chiedono un atteggiamento costruttivo nella trattativa.
La Ssic ticinese si faccia sentire per non smantellare una comunità contrattuale che ha permesso in passato di superare in modo unito, con noi, crisi anche peggiori di quella che si profila. Le condizioni di lavoro e salariali devono essere preservate dimostrando responsabilità e non arroganza nelle trattative a livello nazionale.
Che la Ssic ticinese faccia valere il proprio peso difendendo un modello di confronto sociale solido, rispettoso del bene di tutti, capace di trovare accordi condivisi, come lo è stato in passato il contratto cantonale negoziato e sottoscritto in Ticino. È ora che gli impresari costruttori ricordino che il contratto collettivo difende anche le imprese dalla concorrenza sleale.
Insieme ai lavoratori edili del Ticino, rimandiamo al mittente le insistenti, ma inconsistenti proposte di flessibilità del tempo di lavoro che il presidente Lardi continua a esternare. «Un contratto moderno, più leggero e flessibile». Cosa si intenda per "flessibile, leggero e moderno" è ben chiaro per gli imprenditori: turni di lavoro giornalieri di 12 ore! Che provino loro a lavorare al freddo o esposti al sole per 12 ore nei cantieri! I lavoratori e i sindacati rivendicano condizioni di lavoro rispettose.
Buoni affari nell’edilizia si fanno con lavoratori soddisfatti, non con lavoratori che subiscono pressioni dagli impresari. Un buon lavoro si ottiene con un buon contratto!