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Ma i profughi non sono tutti uguali?

(Ti-Press)

Il bene è bene da qualunque parte arrivi. Lode, dunque, alla locale sezione dell’Udc che in una interrogazione al Municipio di Losone chiede di riaprire l’ex Caserma san Giorgio per destinarla ai rifugiati ucraini. "Siamo tutti rimasti scioccati da questa terribile e sanguinosa guerra alle porte dell’Europa che ha visto costretto il popolo ucraino, soprattutto donne a bambini, a fuggire all’estero per trovare rifugio", dicono gli interpellanti. E aggiungono: "Il senso di responsabilità e solidarietà presente in tutti noi ci impone di reagire e attivarci per accogliere e aiutare la popolazione ucraina che sta scappando".

È una richiesta molto importante quella dell’Udc che mette in evidenza la necessità di agire. Di fronte all’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina non basta ridursi a esprimere dispiacere e solidarietà, parole estremamente vuote se non sono seguite da un’azione di aiuto concreto.

Le immagini che continuamente la televisione ci porta in casa giorno dopo giorno non possono non suscitare una grande tristezza: disperati in fuga, edifici sventrati o totalmente distrutti, ospedali e orfanotrofi bombardati, macerie ovunque. E i molti morti, e la gente nascosta nei rifugi senza poter uscire pena il rischio di essere ammazzata, e la mancanza di scorte di cibo e di acqua, e la paura che si legge sulle facce dei bambini, i loro pianti disperati nel salutare i padri che, con un coraggio indicibile e armati alla bell’e meglio si battono per la difesa della loro libertà… Sono azioni che riportano col pensiero alla Resistenza italiana, ai partigiani che sulle montagne al confine con il nostro Paese si batterono per sconfiggere il nazifascismo.

Allora non stiamo a guardare, non tentenniamo come ha fatto il Consiglio federale di fronte alle sanzioni volute dall’Ue. Dunque la Svizzera sia in prima fila nell’accogliere quei poveri disperati. Non solo quelli che giungeranno spontaneamente da noi, ma andando a prenderli nei Paesi confinanti già sommersi dai fuggiaschi, soprattutto in Polonia.

Gino Strada, il medico fondatore di Emergency che ha dedicato la vita alle cure dei feriti in guerra e nelle catastrofi in ogni parte del mondo, diceva: "Solo dei cervelli poco sviluppati, nel terzo millennio, possono pensare alla guerra come uno strumento accettabile per la risoluzione dei conflitti". Il che ci autorizza a dire che in questo caso almeno un "cervello poco sviluppato" c’è, eccome. Contestato, in parte, anche nella Russia stessa. Purtroppo sono migliaia le persone finite in carcere per aver manifestato solidarietà con l’Ucraina e apertamente criticato Putin.

Ma la guerra è sempre la guerra in qualsiasi parte del mondo la si combatta. E sempre ci sono e ci saranno genti disperate costrette a fuggire dopo aver patito immani sofferenze. Fuggono dal nemico e anche dalla fame. Perché anche la fame è una guerra, una guerra per la sopravvivenza. Complice, molte volte, l’atteggiamento occidentale che ha sempre sfruttato, e lo fa tuttora, quello che usiamo chiamare il terzo mondo. Lavoro minorile, miniere in cui gli operai sono impegnati fino allo sfinimento, distruzione delle terre fonte di sostentamento per le popolazioni per far posto a coltivazioni e raccolti che nulla lasciano alla gente del luogo.

E anche i profughi sono sempre profughi da qualsiasi parte del mondo provengano. Non ci sono rifugiati di serie A e di serie B. E allora fa un po’ specie il cambiamento fatto dall’Udc che è sempre stata in prima linea, quando la caserma ospitò i rifugiati, a dirne peste e corna. Forse non i dirigenti della sezione, ma sicuramente molti dei suoi aderenti i quali si sono adoperati in lungo e in largo raccogliendo le firme per far sì che la caserma non fosse più adibita a centro di accoglienza per richiedenti asilo. La stessa caserma che ora si vorrebbe giustamente riaprire per ospitare gli Ucraini.

Non vorremmo che nel fondo una spiegazione ci fosse: gli Ucraini sono Europei, condividono la nostra cultura occidentale. Gli altri giungevano da continenti lontani, da guerre nascoste ai nostri occhi e avevano la pelle di colore diverso. Il che è una grave colpa per certa nostra gente.