Alcune precisazioni sulle trattenute rimborsate agli autisti e la situazione sindacale da parte della responsabile del sindacato Transfair
Ho letto con attenzione la testimonianza in merito alla vicenda Dpd e chiusura della ditta PS trasporti (articolo del 13.01.2021). Come già dichiarato, purtroppo non siamo stati direttamente coinvolti nella vicenda. Leggendo la testimonianza non ho potuto fare a meno di preoccuparmi in merito alla situazione descritta e a quanto avvenuto. Continuando nella lettura, apprendo anche che si attribuisce al collettivo operaio costituito e del quale fa parte anche il collaboratore licenziato, l’ottenimento di – tra altre cose – “quote sindacali indebitamente trattenute”. Mi sorprende leggere che questa importante conquista, in realtà ottenuta grazie all’intervento del nostro sindacato, diventi improvvisamente merito di altri. È stato infatti grazie all’intervento di Transfair che queste quote (non sindacali ma bensì relative alle spese di applicazione) sono state rimborsate.
A questo punto, purtroppo, leggo il resto della testimonianza con un certo scetticismo. E questo mi dispiace molto. Perché se ci sono dei problemi, questi vanno affrontati e risolti. Sarebbe al contrario inaccettabile creare situazioni ad arte, un insulto nei confronti di tutti coloro che subiscono delle vere ingiustizie ed hanno il diritto di difendersi. Ma voglio comunque pensare che non sia così! Non sta certo a me difendere l’operato della Dpd o dei suoi partner né intendo farlo – non è sicuramente tutto rose e fiori! – tuttavia ritengo importante confermare che dalla nostra esperienza, quando si è presentata una problematica, questa è stata discussa, affrontata e risolta in collaborazione con il partner e la direzione della Dpd. L’esempio del rimborso del contributo alle spese di applicazione trattenute in eccesso è sicuramente un esempio importante. Dopo aver rimarcato nelle buste paga questo errore, a tutti i collaboratori è stato rimborsato il dovuto, calcolato retroattivamente su 5 anni. Questo è un esempio che ha coinvolto tutti i collaboratori; ci sono poi degli esempi concreti di singoli collaboratori, i quali avevano delle problematiche puntuali, si sono rivolti a noi e abbiamo trovato una soluzione. Nessuno dei nostri affiliati è mai stato licenziato o ha avuto paura di essere licenziato per aver rivendicato i suoi diritti o aver posto delle domande.
Il nostro approccio è innanzitutto improntato al dialogo, anche duro se necessario, ma sempre nel rispetto delle parti. I fatti denunciati dal collaboratore licenziato e riportati nell’articolo restano comunque molto gravi; se dovessero corrispondere al vero non posso che invitare i collaboratori a farsi avanti, in quanto nelle nostre trattative abbiamo sempre ottenuto quello che è giusto e corretto per i collaboratori. È nostra intenzione continuare a batterci in difesa dei diritti dei collaboratori che subiscono delle ingiustizie, così come nelle discussioni a livello nazionale per l’allestimento e l’elaborazione di un nuovo contratto collettivo di categoria.