Il ricordo

Un pensiero per Gianfranco Cotti, avvocato e politico per vocazione

Il ricordo da parte del comitato del distretto Ppd del Locarnese

6 aprile 2020
|

Gianfranco Cotti purtroppo si è spento a Locarno, all’età di 90 anni, martedì 31 marzo 2020 a causa di una malattia che lo affliggeva da tempo. Viene ricordato come una delle figure del Locarnese più influenti e significative dell’ultimo mezzo secolo. Uomo colto, intelligente, sensibile, capace di riconoscere i meriti di chi lo accompagnava in questo o quell’ambito, magnanimo di ragguardevoli slanci ideali, profondamente vicino alla sua città e alla sua regione, attento e brioso osservatore delle vicende locali, nazionali e internazionali. Nacque a Locarno il 3 novembre 1929, originario di Prato-Sornico (Comune di Lavizzara). Figlio di Giovanni e di Noemi De Donatis, coniugato con Liliana Moretti e padre di Rossella e Nicola, nonché nonno di Joël, Miro e Leo. Dopo le scuole secondarie a Locarno, Sarnen e Friburgo, studiò diritto all'Università di Friburgo e poi a Berna, dove si laureò nel 1954. Dal 1956 era titolare di uno studio legale e notarile a Locarno. L’ufficio fu la sua vita, invero vi rimase fino all’ultimo, con la presenza e la perspicacia che tutti gli individuavano. Membro dell'allora Partito Conservatore (poi Partito Popolare Democratico), fu di area borghese ma amava definirsi “un conservatore con il senso sociale”. Dedicò gran parte delle proprie energie alla politica. I primi passi li mosse nel Consiglio comunale di Locarno, dove venne eletto nel 1956. Nel legislativo cittadino vi militò per un quadriennio, per poi venire eletto in Municipio. Era il 1960. A Palazzo Marcacci ricoprì la carica di municipale per 20 anni, sino al 1980; per diverso tempo occupò pure la veste di Vicesindaco. Nel 1979 avvenne la svolta con l’elezione in Consiglio nazionale. A Berna rimase per 14 anni, fino al 1993. Svolse i suoi mandati con estrema dedizione e professionalità. Si occupò, fra gli altri temi, di riforma della Costituzione, revisione del Codice penale, integrazione europea e riciclaggio di denaro. Presiedette la commissione per la revisione del Codice penale e del Codice civile e fu pure membro della Delegazione delle finanze. La sua brillantezza sul fronte economico, sociale e culturale lo ha spinto a sedere nondimeno in numerosi consigli di amministrazioni, istituzioni e fondazioni quali la Banca Nazionale Svizzera (1987-1999), Società Elettrica Sopracenerina (1973-1999), Crossair (1992-1999) ed Elvia Assicurazioni. Guidò la Banca Popolare Svizzera (1992-1997) e fu membro del CdA del Credit Suisse Group (1997-1999). A tal riguardo fu il fautore della fondamentale fusione della BPS con il CS. Gianfranco Cotti va ricordato anche per il suo impegno sociale, nella fattispecie nell’ambito del Rotary Club, di cui fu governatore del Distretto alla fine degli anni ’70, ricoprendo in quella funzione importanti impegni di livello internazionale. È di rilievo evidenziare che fu socio fondatore altresì della Fondazione Federica Spitzer di Lugano. Infine, ma non di secondo ruolo, la grande e mai attenuata passione per il calcio, tra l’altro grande tifoso delle Bianche Casacche; sport per il quale egli era assai dotato, tanto da essere schierato nella Nazionale svizzera juniores ed aver carezzato la carriera professionistica. Fino ai 70 anni Cotti partecipava a partitelle amatoriali fra dopolavoristi, ambiente nel quale emergeva la sua dote di non essere classista, bensì di mostrare le sue umili origini. Uomo di Stato dalle origini modeste che spesso caratterizzano quei politici veri ma purtroppo sempre più in via d’estinzione, dai quali noi tutti dovremmo trarre preziosi insegnamenti. Come ebbe a dire lo scrittore Ugo Foscolo “un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda”. Caro Gianfranco, noi ti ricorderemo sempre! Alla moglie Liliana, ai figli Rossella e Nicola, ai nipoti Joël, Miro e Leo vadano le condoglianze del Comitato del Distretto PPD del Locarnese.