“Perché hai fatto dei figli, se poi lavori e li lasci agli altri?” La mia risposta si trova in altre domande: Perché in quanto donna devo scegliere tra l’essere madre e una professionista? Perché non ho il pieno diritto di poter soddisfare entrambi i ruoli senza particolari ostacoli? Forse perché le basi per poter conciliare famiglia e lavoro non sono ad oggi del tutto sviluppate.
Nella mia visione progressista di famiglia, entrambi i genitori devono poter godere delle stesse opportunità, beneficiando di condizioni salariali paritarie e di un congedo parentale che soddisfi totalmente le necessità famigliari, non solo quelle economiche. Non vedo per esempio cosa ci sia di male in un uomo che sceglie il part-time. Un padre che si prende cura dei propri figli, non è un “mammo”, non è un "baby-sitter", è semplicemente un... papà.
Perché mai dopo anni di studi e di esperienze professionali dovremmo noi donne rinunciare al nostro posto di lavoro una volta diventate madri? Abbiamo invece il diritto di poter mantenere il nostro impiego, non solo qualora le necessità finanziarie della famiglia lo richiedano, ma anche nel caso in cui abbiamo a cuore il nostro lavoro e ci realizzi. Il raggiungimento della soddisfazione a livello professionale è anche un nostro diritto. Questo non significa venir meno ai doveri di madre. Se ci sono pari opportunità e i genitori sono entrambi gratificati sia in ambito famigliare che lavorativo, non solo i figli ne gioverebbero, ma anche la società tutta!
Per far sì che questo avvenga ci vuole non solo un cambio di mentalità, ma anche un’importante volontà politica. È proprio in tal senso che il gruppo Ps & sinistra indipendente Capriasca si vuole impegnare nel corso della prossima legislatura.