Come ci ricorda Aristotele, l'uomo è un animale sociale che è incapace di essere felice al di fuori della società e, in quanto tale, egli necessita e aspira a poter essere accolto da essa, esserne parte integrante.
A ben guardare, però, nella nostra realtà canton ticinese si percepiscono ancora in modo marcato e doloroso l'emarginazione, la solitudine, il disagio sociale, la sofferenza, l'esclusione sociale di molti, troppi, nostri concittadini. Una realtà questa che stride con i principi, i valori, i doveri di una società civile e che si vuol definire tale. Una società, la nostra, del presunto benessere e, per certi versi, della ricchezza.
Fatta questa premessa, non posso tacere la mia preoccupazione a questo proposito e, in particolare, dell'assistenza e dell'aiuto che il Canton Ticino e la nostra amata Bellinzona potrebbero e dovrebbero offrire alle persone che soffrono e si trovano ai margini, dimenticati dalla nostra società, una vera e propria piaga sociale. È questa una tematica molto delicata di cui si parla poco o nulla ed è per questo che ho deciso di dar voce a tutte queste persone, a tutti i nostri concittadini che sono stati dimenticati, ancora e da sempre inascoltati.
Questo argomento tocca persone di ogni età.
La mia proposta è allora quella di poter coinvolgere in questo nuovo progetto e modello psico-sociale le strutture e i servizi pubblici e privati già presenti sul territorio cittadino sviluppando in tal modo nuove sinergie, collaborazioni, progetti e offerte che vadano a coprire bisogni e lacune tutt'ora purtroppo ancora presenti.