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Pensiero cattedrale

Helga Nowotny, nel suo ultimo libro Le macchine di Dio, sostiene che abbiamo bisogno di pensiero cattedrale. I costruttori delle cattedrali avevano una visione a lungo termine. Le comunità sapevano che ogni cattedrale andava costruita con uno sforzo comunitario su più generazioni. Nel film Tempi Moderni (1936) Charlie Chaplin vide il mutamento futuro del rapporto tra l’uomo e le macchine. Oggi dobbiamo guardare più avanti un obiettivo che unisca. Invece restiamo individualisti, ci frammentiamo politicamente (più partiti, corpi intermedi indeboliti). Se consideriamo le imminenti minacce (climatiche, sanitarie, energetiche, umanitarie, alimentari) sarebbe ovvio unirsi in uno sforzo collaborativo per creare un futuro condiviso. Problematiche queste dette anche incognite conosciute: sappiamo che sono eventi che accadranno ma non sappiamo ancora quando e dove. Il pensiero cattedrale serve per disciplinare anche i social media che diffondono notizie false, le grandi dei Big Data che ci vogliono consumatori e non cittadini, le intelligenze artificiali. Edgar Morin (102 anni) sostiene che stiamo vivendo non solo una crisi della democrazia nel mondo, di Stati sempre più burocratizzati, bensì pure una crisi più insidiosa perché è la crisi del pensiero. Non pensiamo un futuro capace di svincolarsi dagli equilibri del presente: un presente che guarda indietro, magari ad età dell’oro come il boom del dopoguerra. Ma il passato non torna e non ha più modelli accettabili da offrire. È tempo di tutelare le cattedrali dei beni comuni (acqua, energia, aria, conoscenza, etere, libertà…). L’Agenda 2030 non è una carta nautica ma una bussola. I nostri bambini devono poter fare provvista di ottimismo e fiducia per sfidare la vita. E noi non dobbiamo lasciare gli scaffali vuoti!