Il suo partito crea un team sulle modalità delle dimissioni
Il cerchio si stringe intorno al presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, indagato per insurrezione e abuso d'ufficio. Il ministero della Giustizia ha disposto a suo carico il divieto di viaggi all'estero, a seguito della richiesta della procura speciale che sta lavorando per ricostruire e fare chiarezza sulle turbolenti vicende del 3 dicembre, sulla legge marziale dichiarata da Yoon e ritirata sei ore dopo per la bocciatura del Parlamento. Allo stesso tempo, il People Power Party, il partito di Yoon al governo, ha tenuto una riunione di emergenza per discutere le modalità delle sue dimissioni. L'incontro, in base a quanto riferito dai media locali, ha portato alla creazione di un team di lavoro per considerare le varie opzioni disponibili, con l'impegno di informare il pubblico sugli sforzi per stabilizzare la situazione.
Sul fronte delle indagini, la procura ha chiarito di ritenere l'ex ministro della Difesa Kim Yong-hyun la figura chiave di una delle pagine più buie della storia sudcoreana degli ultimi 40 anni. Kim, infatti, è al centro degli interrogatori per l'ipotesi che abbia consigliato a Yoon di dichiarare la legge marziale per spezzare lo stallo politico del Parlamento controllato delle opposizioni, impegnate in un pressing asfissiante di denuncia degli scandali collegabili al presidente e alla first lady. Per Kim è stata formalizzata la richiesta di arresto, ha riferito l'agenzia Yonhap, e dalle sue deposizioni potrebbe scaturire un mandato di cattura per il presidente, eventualità non più esclusa dopo il ritiro del suo passaporto. Kim era una delle persone più fidate di Yoon nel governo, grazie a un legame nato ai tempi in cui frequentavano la stessa scuola superiore.
La polizia, invece, ha convocato il capo del controspionaggio Yeo In-hyung (sospeso dalla carica) e l'ex ministro degli Interni Lee Sang-min, dimessosi domenica. Nel frattempo, il partito Democratico, la più grande forza di opposizione, ha mobilitato i suoi deputati per la presentazione in Parlamento di un'altra mozione di impeachment, la cui discussione è attesa il 14 dicembre. "Se dovessimo fallire, continueremo a riproporla fino aquando non sarà approvata - ha assicurato il capo del partito Lee Jae-myung -. Non è accettabile una situazione di tale palese incostituzionalità".
E una mozione di impeachment è in preparazione anche contro il premier Han Duck-soo, per presunti atti di tradimento. La Carta fondamentale della Corea del Sud affida al presidente il potere di dichiarare la legge marziale in caso di guerra o grave emergenza, ma le opposizioni, l'opinione pubblica e molti deputati dello stesso People Power Party hanno definito "incostituzionale e antidemocratica" l'improvvisa azione comunicata da Yoon in un discorso alla nazione nella tarda serata di martedì. Intanto, le proteste sostenute dai gruppi civici e dai sindacati non si sono fermate e il sit-in con veglia e candele ha radunato centinaia di persone davanti al Parlamento, a dispetto del freddo.
Sul fronte internazionale, Usa, Giappone e Corea del Sud hanno ribadito che continueranno a lavorare a stretto contatto sul dossier Pyongyang visto le "gravi preoccupazioni" per l'avanzamento della cooperazione militare tra la Corea del Nord e la Russia. A Tokyo, gli inviati dei tre Paesi sul nucleare dello Stato eremita hanno sottolineato in un incontro "l'importanza della cooperazione anche di fronte a varie situazioni complicate", in un'allusione alle vicende che hanno mandato Seul nel caos.