L'intervista con il contestato Tucker Carlson, ex volto di Fox legato al tycoon: ‘Nessuno può sconfiggere la Russia’
"Con Trump ho avuto un buon rapporto personale". E anche con George W. Bush, che in America veniva dipinto come "un ragazzo di campagna" e invece "capiva quello che stava facendo meglio degli altri". Joe Biden? "Non ricordo quando è stata l'ultima volta che gli ho parlato, ho molto da fare, non posso ricordarmi tutto...". È in queste poche battute che si concentra la novità del messaggio che Vladimir Putin ha lanciato agli Usa, a nove mesi dalle presidenziali, in un'intervista di oltre due ore al giornalista Tucker Carlson, ex volto trumpiano di Fox News.
La conversazione, la prima di un giornalista occidentale con il presidente russo dall'inizio del conflitto in Ucraina, ha raccolto nelle prime 18 ore oltre 123 milioni di visualizzazioni su X, dove per decisione del suo proprietario Elon Musk è stata postata integralmente. Una ragione sufficiente per spingere Vladislav Davankov, il vice presidente della Duma (la Camera bassa del Parlamento russo), a chiedere alle autorità di controllo di togliere il social network dalla lista dei media proibiti, affermando che la piattaforma ha dimostrato di essere un mezzo d'informazione "neutrale", non ostile a Mosca. E il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha parlato di una "frenesia mediatica" provocata dall'evento che ha spinto "decine" di testate occidentali a chiedere "negli ultimi tre o quattro giorni" un incontro con Putin. "Siamo grati a questi media stranieri per il loro interesse nel nostro presidente", ha aggiunto il portavoce.
Di segno opposto, ovviamente, le reazioni ucraine e occidentali. "Qualsiasi conversazione/intervista con l'entità Putin - ha scritto sempre su X il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak - è un indiscutibile tentativo di legalizzare le regole del cannibale russo: omicidio di massa, violenza dimostrativa, sequestro/furto di proprietà altrui, distruzione". Mentre secondo una portavoce della Commissione europea il presidente russo "non ha detto nulla di nuovo" e "ha ripetuto vecchie menzogne sull'Ucraina, menzogne pericolose che hanno causato enormi sofferenze agli ucraini, e ha mostrato grande ostilità verso l'Occidente".
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L’intervistatore Tucker Carlson a Mosca
Nel rispondere alle domande di Carlson, Putin si è rivolto al Congresso americano, dove è fermo un pacchetto di nuovi finanziamenti a Kiev per 60 miliardi di dollari: "Se davvero volete che la guerra finisca, smettetela di fornire armi all'Ucraina", ha affermato. Il leader russo ha poi respinto ancora una volta le accuse occidentali di pensare a un attacco a Paesi Nato come la Polonia o la Lettonia se non verrà sconfitto in Ucraina. "È fuori discussione", ha assicurato, "non ne avremmo alcun interesse".
Putin ha poi affermato che è stata la Cia a fare saltare in aria il gasdotto Nord Stream nel settembre del 2022 nel Mar Baltico, e si è detto convinto che "si può trovare un accordo" che porti al rilascio del giornalista americano del Wall Street Journal Evan Gershkovich, in carcere in Russia dal marzo del 2023 con l'accusa di spionaggio. Buona parte dell'intervista è stata dedicata a una possibile soluzione negoziale per l'Ucraina, su cui "prima o poi si arriverà a un accordo".
"I piani di pace erano quasi finalizzati ma Kiev li ha gettati all'aria e ha obbedito agli ordini dell'Occidente di combattere la Russia fino all'ultimo", ha affermato Putin, riferendosi all'incontro tra i negoziatori delle due parti il 29 marzo del 2022 a Istanbul. In quella occasione gli ucraini presentarono una lista di proposte che prevedevano la neutralità del Paese, ma con stringenti garanzie di sicurezza, e il rinvio fino a 15 anni di ogni decisione sul controllo della Crimea e del Donbass occupati da Mosca. In cambio la Russia si impegnava a non opporsi all'ingresso di Kiev nella Ue.
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Faccia a faccia
I negoziati furono archiviati quando, in seguito ai colloqui, le truppe russe si erano già ritirate dalla regione di Kiev, e recentemente l'ex capo negoziatore ucraino, David Arakhamia, ha detto che la decisione di rinunciare alle trattative per continuare a combattere fu presa anche su insistenza dell'allora primo ministro britannico Boris Johnson. Gli occidentali, ha affermato Putin, pensavano ancora di potere "infliggere una sconfitta strategica alla Russia" ma ora è chiaro che "la sconfitta della Russia in Ucraina è impossibile".