I portici dell'ex chiesa San Francesco e altre aree della città sono nuovamente occupati durante la notte da persone senza dimora
A Como i portici dell'ex chiesa San Francesco sono tornati a essere rifugio notturno per senza tetto. Una drammatica realtà che qualche anno fa è stata al centro di feroci polemiche, ma che poi era pressoché sparita, anche perché i senza tetto – si stima che nel capoluogo lariano siano non meno di duecento, la metà dei quali italiani, gli altri stranieri – sembravano essere diventati invisibili.
Ora la zona a ridosso del Tribunale è tornata a essere un rifugio notturno d'emergenza, così come altre aree della città come i portici della Basilica del Crocifisso e la stazione ferroviaria Como San Giovanni. Questo anche in conseguenza del fatto che continua a essere una chimera l'apertura di un nuovo dormitorio permanente, ipotesi contro cui l'attuale giunta municipale guidata dal sindaco Alessandro Rapinese ha espresso un no assoluto sin dal primo giorno in cui si è insediata a Palazzo Cernezzi. Un no nonostante la mozione trasversale approvata quando sindaco era Mario Landriscina: l'unica risposta di Rapinese è la posa di una cancellata per chiudere fuori dai portici dell'ex San Francesco i senza tetto, chiesta con insistenza della Lega e promessa dal sindaco nel giugno 2023. Sin qui la cancellata è rimasta sulla carta, anche perché i no si sono fatti coro e i clochard (molti dei quali italiani) sembravano essere più che mai diventati invisibili (non per i volontari che sanno dove andare a cercare): ora che i senza tetto sono tornati, c'è chi non esclude che si torni a parlare del recinto.
Nel frattempo si guarda a Emergenza Freddo, il dormitorio provvisorio gestito dalla Caritas diocesana con la collaborazione di centinaia di volontari e finanziato anche grazie a donazioni di privati (arrivano anche dal Canton Ticino). Un dormitorio con 35 posti letto presso la palazzina di via Borgovico, che sino a qualche anno fa era la sede del comando provinciale dei carabinieri. A breve si attiverà anche il progetto Betlemme, portato avanti da alcune parrocchie di Como che lo scorso inverno aveva ospitato una trentina di senza tetto, avvalendosi di molti volontari.