Condannata Daria Trepova. In un altro processo 4 anni al falco Igor Girkin, ex leader dei separatisti del Donbass
Daria Trepova e Igor Girkin sono due persone profondamente diverse. Una è fermamente contraria al conflitto in Ucraina, l'altro è invece un falco ultranazionalista e acceso sostenitore dell'invasione ordinata dal Cremlino. Oggi, in due processi distinti, sono state a entrambi imposte condanne in qualche modo legate alla guerra. Ventisette anni a Daria Trepova, accusata dell'esplosione che lo scorso aprile ha ucciso un noto blogger che appoggiava l'aggressione militare (ma lei assicura che non sapeva nulla dell'ordigno).
Quattro anni all'ex leader dei separatisti filorussi del Donbass, Igor Girkin - detto Strelkov, il fuciliere -, per accuse di "incitamento all'estremismo" ritenute la vendetta di Mosca per le feroci critiche a Putin - da lui definito "un vecchio idiota" - e al modo in cui i suoi generali conducono la guerra. Critiche che godevano di un ampio pubblico, visto che Strelkov ha un canale Telegram seguito da 760’000 follower. E oggi davanti al tribunale di Mosca c'era un gruppo di persone che lo sostenevano, tre delle quali sono state arrestate.
L'ex comandante separatista - che intendeva pure candidarsi alle presidenziali - è sospettato di gravi crimini, come quello di aver ordinato delle esecuzioni extragiudiziali nel Donbass. Ed è stato condannato in contumacia al carcere a vita da un tribunale olandese per la tragedia del Boeing della Malaysia Airlines che si ritiene sia stato abbattuto da un razzo russo mentre sorvolava i cieli dell'Ucraina in guerra. Nella strage morirono 298 persone, tra cui tantissimi turisti olandesi e australiani. Ma Strelkov non è andato in carcere per questo. In Russia è stato arrestato per "incitamento all'estremismo" tre giorni dopo aver attaccato Putin auspicando che non si ricandidasse alle presidenziali del prossimo marzo: "Il Paese non può sopravvivere ad altri sei anni di questa codarda mediocrità al timone", aveva dichiarato.
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Igor Girkin, noto come Strelkov
L'arresto è però arrivato anche un mese dopo la rivolta armata dei mercenari del famigerato gruppo Wagner, il cui capo Prigozhin - poi morto in un disastro aereo del quale molti sospettano il Cremlino - non risparmiava a sua volta critiche pesantissime ai vertici militari russi. La condanna di oggi è per molti un segno che il Cremlino ha deciso di colpire duramente anche le voci critiche provenienti da ambienti nazionalisti e favorevoli all'invasione dell'Ucraina. La giovane Daria Trepova è stata invece condannata a 27 anni nel processo di primo grado per l'uccisione di Vladlen Tatarsky, un blogger seguitissimo che appoggiava la cosiddetta ‘operazione militare speciale’.
Trepova è accusata di aver consegnato a Tatarsky (il cui vero nome era Maxim Fomin) la statuetta che gli è poi esplosa tra le mani in un bar di San Pietroburgo uccidendo lui e ferendo decine di persone durante un incontro pubblico. I pm parlano di "terrorismo". Lei però respinge le accuse e afferma di essere stata incastrata, convinta che nel mezzobusto con le sembianze di Tatarsky fosse nascosto un registratore vocale e non un ordigno. Alla corte Trepova ha detto che avrebbe seguito le istruzioni di un uomo che vive in Ucraina e che lei conosceva come ‘Gestalt’ (‘figura’ in tedesco), il quale le avrebbe dato denaro e compiti da eseguire. Per l'uccisione di Tatarsky, la Russia punta il dito contro Kiev, che da parte sua nega di essere coinvolta. "Provo grande dolore e vergogna per il fatto che la mia credulità e la mia ingenuità abbiano portato a conseguenze così catastrofiche. Non volevo far male a nessuno", ha detto la donna in tribunale.