spagna

Il ricatto di Puigdemont: ‘Amnistia in cambio del sì a Sanchez’

Imbarazzo nel Psoe per le condizioni estreme poste del leader separatista catalano per la fiducia al governo

Il leader indipendentista Carles Puigdemont
(Keystone)
5 settembre 2023
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Una legge che porti a un’amnistia immediata, l'abbandono completo della via giudiziaria contro l'indipendentismo catalano e la creazione di un meccanismo di mediazione e verifica di futuri accordi, incluso un nuovo referendum di autodeterminazione in Catalogna.

Le tre condizioni preliminari elencate a Bruxelles da Carles Puigdemont per negoziare i 7 voti di Junts imprescindibili per formare un governo di qualunque colore in Spagna - sia di segno progressista, per permettere a Sànchez di tornare al potere con la coalizione Psoe-Sumar e il supporto di nazionalisti baschi e catalani, sia di centro-estrema destra, dopo l'accordo Pp-Vox per portare Alberto Nunez Feijòoo alla Moncloa - erano sostanzialmente note. Ma non per questo per i due principali partiti iberici sono meno difficili da digerire.

Mossa che spiazza

A Sánchez basterebbe per la fiducia un appoggio esterno del partito di Puigdemont. Ma l'ex presidente dell'autoproclamata repubblica catalana nel 2017, da allora rifugiato in Belgio in fuga dalla giustizia spagnola, ha messo sul piatto un rilancio al buio. Ed è deciso a riprendersi la scena. "Siamo in un vicolo cieco", ha detto all'indomani dell'incontro con la numero due del governo ad interim e leader di Sumar, Yolanda Diaz. Assicurando che la scelta obbligata è fra un ritorno alle urne o una trattativa con Junts, "un partito che non rinuncerà all'unilateralità come risorsa legittima per far valere i diritti del popolo catalano", ha rimarcato.

Accordo lontano

Secondo Puigdemont, al momento non ci sono le condizioni per un accordo. Perché ci siano, "serve un impegno storico" prima ancora di negoziare con "quanti hanno criminalizzato e represso la nostra attività politica". Non un compromesso, dunque, solo per far partire la legislatura, ma un'ampia intesa su una serie di premesse, a partire dal "riconoscimento della legittimità democratica dell'indipendentismo". "Quindi - ha chiosato Puigdemont - la domanda è se i due grandi partiti spagnoli sono pronti per negoziare con noi". Sull'amnistia per tutti gli indipendentisti processati e condannati per l'autunno secessionista del 2017 girano il resto dei presupposti. Il leader indipendentista non ha chiesto un nuovo referendum, ma ha indicato come seconda condizione per avviare i negoziati il "riconoscimento della legittimità del referendum del 2017", che fu sospeso dalla Corte costituzionale spagnola e poi dichiarato incostituzionale.


Keystone
Per Pedro Sanchez non c’è più molto da ridere

I Popolari: ‘Richieste inaccettabili’

Esigenze in tutti i casi "inaccettabili" per il leader dei Popolari Alberto Feijòo, che oggi ha avuto un faccia a faccia con Santiago Abascal nel quadro del giro di consultazioni in vista del voto sulla sua investitura al governo, i prossimi 26 e 27 settembre. Feijòo ha ringraziato Vox per l'appoggio "senza condizioni" alla sua proposta di un esecutivo a guida Popolare per due anni, per chiudere sei patti di Stato. Ma sa che la somma con il socio della destra radicale - in 5 esecutivi regionali e in decine di comuni governano insieme - resta in Parlamento a 4 voti dalla maggioranza assoluta, che tuttavia dice di non essere disposto a ottenere "a qualunque costo". "Non accetterò nessun ricatto per l'investitura", ha insistito Feijòo.

Imbarazzo tra i socialisti

Nelle file socialiste l'aut-aut di Puigdemont ha suscitato imbarazzo e critiche, che si uniscono a quelle per l'incontro a sorpresa tenuto ieri da Yolanda Diaz a Bruxelles. A esprimerle a nome della vecchia guardia è stato l'ex premier Felipe Gonzàlez. "La Costituzione non è un chewin-gum, non entrano né l'amnistia né l'autodeterminazione", ha commentato in un'intervista radiofonica a Onda Cero. Più tardi è stata la portavoce del governo spagnolo e ministra per le Politiche territoriali Isabel Rodriguez a prendere le distanze dalle richieste di Puigdemont: "Le nostre posizioni sono agli antipodi", ha assicurato in conferenza stampa. "Sulla questione catalana noi abbiamo uno strumento, il dialogo; una cornice, la Costituzione; e un unico obiettivo, la convivenza", ha aggiunto.