L'ospedale nega le accuse dei familiari (nessun giorno libero da 3 mesi), ma nel Paese è allarme "workaholic". Troppi "karoshi": i morti per superlavoro
Un giovane medico morto suicida dopo oltre 200 ore di straordinari in ospedale in un solo mese. La denuncia, resa pubblica dai familiari, riporta all'attenzione un nervo scoperto del Giappone, o quantomeno un aspetto controverso della sua cultura: il superlavoro.
Il 26enne Takashima Shingo era impiegato in un ospedale della città di Kobe dal 2020, prima come residente e poi come specialista, con l'obiettivo di diventare gastroenterologo. Fino al maggio del 2022, quando aveva deciso di togliersi la vita.
Secondo gli avvocati della famiglia, aveva fatto più di 207 ore di straordinario il mese prima della sua morte e non si era preso un giorno libero per tre mesi. Circostanza confermata dall'organismo governativo di ispezione competente, che ha attribuito il suicidio del giovane medico alle condizioni di lavoro. Evidenziando le immense pressioni esercitate sugli operatori sanitari.
Nei giorni scorsi i familiari hanno deciso di portare il caso sotto i riflettori. Per fare in modo che "l'ambiente di lavoro dei medici venga migliorato in modo che la stessa cosa non si ripeta in futuro", ha spiegato la madre di Shingo in una conferenza stampa.
La donna ha raccontato che il figlio, prima di uccidersi, le avrebbe confidato di trovarsi in una situazione "era troppo difficile", in cui "nessuno lo avrebbe aiutato", perché "l'ambiente" lo aveva spinto al "limite". "200 ore di straordinario sono un numero incredibile", ha detto il fratello, denunciando che l'ospedale non ha preso seriamente in considerazione questo tema. L'ospedale, il Konan Medical Center, ha respinto ogni accusa. "Ci sono molte volte in cui i medici trascorrono il tempo studiando da soli e dormendo in base alle loro necessità", ha spiegato un portavoce. Aggiungendo che "a causa del loro elevato grado di libertà, non è possibile determinare con precisione l'orario di lavoro".
Eppure lo stesso governo giapponese da tempo è impegnato per porre un argine alla persistente cultura del superlavoro, con dipendenti di vari settori che denunciano orari punitivi, elevata pressione da parte dei supervisori e deferenza verso l'azienda. Eccessivo stress e disagio sulla salute mentale che hanno fatto emergere il fenomeno del "karoshi", ovvero "morte per superlavoro", su cui le autorità sono intervenute con una legislazione ad hoc.
Il problema è particolarmente grave nel settore sanitario. Uno studio del 2016 ha rilevato che più di un quarto dei medici ospedalieri a tempo pieno lavora fino a 60 ore settimanali, mentre il 5% lavora fino a 90 ore e il 2% fino a 100 ore. Un altro rapporto, pubblicato quest'anno dall'Association of Japan Medical Colleges, ha rilevato che oltre il 34% dei medici ha un "livello speciale di ore di straordinario che supera il limite massimo di 960 ore all'anno".
Le riforme del diritto del lavoro hanno visto alcuni piccoli progressi. Secondo il governo, lo scorso anno la quantità media di ore annuali per dipendente è "gradualmente diminuita". Allo stesso tempo, tuttavia, il tema degli straordinari spesso eccessivi non è stato ancora risolto.