Sale la tensione nel Mar Nero dopo il caso grano, raid russi a Odessa e Mykolaiv
La controffensiva ucraina prova a ritrovare slancio con le controverse bombe a grappolo, che dopo giorni di annunci entrano ufficialmente in uso tra le munizioni di Kiev nei raid contro i russi nel sudest del Paese. Ad affermarlo sono stati per primi funzionari ucraini citati dal Washington Post, secondo cui le bombe - bandite da oltre 120 Paesi per la loro estrema pericolosità sulla popolazione civile - sono già state lanciate nel tentativo di smantellare le posizioni russe ben fortificate che hanno rallentato l'offensiva estiva di Kiev. La notizia è stata poi confermata dalla Casa Bianca.
L'intento di Kiev è chiaro: accelerare la riconquista dei territori occupati che la Russia non ha alcuna intenzione di cedere. Anzi, per il terzo giorno consecutivo Mosca ha colpito nella notte Odessa provocando un morto e danni anche al consolato cinese. Due morti e 20 feriti si contano anche in raid su Mykolaiv. Sale ancora la tensione sul Mar Nero quindi, dopo la rottura del patto sul grano da parte del Cremlino: Kiev ha annunciato che tutte le navi che raggiungeranno porti russi o dei territori occupati in Ucraina saranno considerate come potenziali "imbarcazioni militari", in risposta alla decisione simile presa da Mosca per i mezzi diretti ai porti ucraini.
Secondo il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale statunitense Adam Hodge, la Russia sta prendendo in considerazione attacchi a navi civili che trasportano grano dall'Ucraina sul Mar Nero per poi incolpare le forze ucraine. In ogni caso, l'intenzione di Mosca è di voler fermare in modo più attivo qualsiasi nave mercantile nel bacino, secondo il ministero della Difesa britannico.
Keystone
Il caso grano si complica
Venerdì il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si riunirà per parlare delle "conseguenze umanitarie" del ritiro della Russia dall'accordo sul grano, mentre cresce il coro occidentale di condanna contro Mosca. A partire dall'Alto rappresentante Ue Josep Borrell, che ha invitato la comunità internazionale a "rispondere in modo determinato" al tentativo di Mosca di "affamare il mondo".
Ma la Russia tira dritto e continua la sua campagna di morte sulle città ucraine che si affacciano sul Mar Nero e non solo: nella notte, le forze di Kiev hanno affermato di aver abbattuto 18 tra missili da crociera e droni kamikaze sui 38 lanciati dagli invasori. Se i danni maggiori si sono registrati a Odessa e Mykolaiv, bombe russe si sono abbattute anche nel nord, provocando un morto nell'oblast di Kharkiv. L'Onu ha condannato "gli attacchi della Russia contro i porti ucraini nel Mar Nero", mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha bollato i raid su Odessa e Mykolaiv come "tentativi di distruggere la vita del nostro Paese".