Italia

Pedopornografia online, 15 arresti, oltre 400 utenti coinvolti

Lo scambio di foto e video pedopornografici, in alcuni casi anche con neonati, avveniva via chat Telegram e Whatsapp. Due italiani fra i gestori dei gruppi

(Ti-Press)
16 dicembre 2020
|

Sono 15 le persone arrestate in flagranza dalla polizia postale nell'ambito dell'operazione 'Luna Park' contro vere associazioni criminali composte da centinaia di persone che si scambiavano foto e video pedopornografici attraverso le chat istantanee come Telegram e WhatsApp.

Dopo due anni di indagini condotte "sotto copertura" su internet, la Postale di Milano e del Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale di Roma, coordinati dai procuratori aggiunti Fusco e Mannella insieme con i sostituti Barilli e Tarzia della Procura distrettuale di Milano, hanno identificato 432 utenti che utilizzavano canali e chat per scambiarsi il materiale che ritraeva vere e proprie violenze sessuali su minori. Durante il lockdown e la pandemia, ha spiegato Mannella, i bambini "sono molto più indifesi e più facilmente vittime di adescamenti" e c'è stato un "aumento dei reati di pedopornografia".

Gli abusi, in particolare, riguardavano prevalentemente bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati. Dei 159 gruppi individuati, 16 erano delle vere e proprie associazioni per delinquere, al cui interno era possibile distinguere promotori, organizzatori e partecipi, con ruoli e compiti ben definiti. Tra i principali gestori e amministratori compaiono anche due italiani, un ottico 71enne napoletano con collaborazioni universitarie e un disoccupato 20enne veneziano. Coinvolti anche 351 stranieri, con arresti avvenuti anche in Europa e in tutto il mondo. 

Due arresti anche in Toscana. L'ispezione dei supporti informatici, si apprende da fonti di polizia, ha aggravato la posizione di due uomini, per i quali sono scattati gli arresti domiciliari.

Sono un 64enne della provincia di Firenze ed un 42enne della provincia di Pisa. A loro carico è stata ritrovata un'ingente quantità di immagini e video a carattere pedopornografico nonché la partecipazione attiva a gruppi WhatsApp della medesima natura.

Secondo quanto riferisce la polizia Postale della Toscana si tratta di "contenuti deprecabili che vedono coinvolti adulti in atti sessuali con minori di tenera età. L'evidenza di tali elementi ha comportato l'arresto in flagranza di reato dei due, con l'applicazione da parte dell'autorità giudiziaria del regime di arresti domiciliari".

Gli investigatori della Polizia postale di Trieste e Udine hanno inoltre eseguito un decreto di perquisizione informatica, disposta dalla Procura della Repubblica di Milano, nei confronti di un cittadino italiano di 55 anni, che abita nella provincia di Udine e che è stato arrestato.

Durante l'operazione sono stati rinvenuti e analizzati diversi device e in particolare un telefono cellulare al cui interno sono stati individuati migliaia di file di natura pedopornografica.

La Polizia ha anche accertato la presenza di centinaia di chat pedopornografiche su diverse piattaforme di messaggistica istantanea dove l'indagato aveva ricevuto e divulgato materiale illecito relativo allo sfruttamento sessuale di minori.

Sono infine state scoperte chat tra il perquisito e minori che potrebbero ricondurre a tentativi di adescamento online e che sono al vaglio degli inquirenti. L'uomo, in considerazione dell'ingente quantità di materiale pedopornografico rinvenuto, è stato arrestato e portato nella Casa Circondariale di Udine, in attesa dell'udienza di convalida.

Oltre allo scambio di video e immagini di violenze su bambini, in alcuni casi i presunti pedofili individuati nel maxi blitz anti-pedopornografia, che ha fatto emergere una rete criminale in tutto il mondo, avrebbero offerto anche la possibilità di arrivare ad avere "contatti diretti" con minori vittime di abusi.

Inquirenti e investigatori, nell'inchiesta con al centro il reato di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico che ha portato a 15 arresti in flagranza a seguito dell'esecuzione di decreti di sequestri e perquisizioni, stanno approfondendo proprio i filoni relativi agli abusi filmati e poi fatti girare sui gruppi della rete criminale. E sono in contatto con le autorità di diversi Paesi, anche perché l'indagine sarebbe partita da una segnalazione arrivata dagli Usa.