La popolazione carceraria giovane è in continuo aumento e la situazione è ormai di difficile gestione
Dietro le sbarre del Bassone, casa circondariale di Como, non cresce solo il sovraffollamento, ma soprattutto il numero di detenuti sotto i 25 anni. Sono 62, e di questi 20 non hanno ancora 21 anni. Come il 19enne ancora ricoverato nel reparto grandi ustionati dell'ospedale Niguarda di Milano, dopo le gravi ustioni riportate in diverse parti del corpo a seguito dell'incendio in cella dello scorso 12 novembre: come gesto dimostrativo il ragazzo aveva incendiato le suppellettili. Ustionati anche gli altri due giovani detenuti, un 18enne e un 24enne, che dopo il ricovero al Sant'Anna sono stati riportati al Bassone.
Non ha dubbi Fabrizio Rinaldi, direttore della casa circondariale di Como: “Quanto accaduto qualche notte fa non c'entra con il sovraffollamento (450 detenuti quando non dovrebbero essere più di 330, ndr): il problema è dovuto alla giovane età dei ragazzi coinvolti. Sono sempre più numerosi e il problema è di difficile gestione”. Un tema che a Como (ma succede anche altrove), e non da ora, ripropone la necessità di un confronto non solo sulla problematiche di carenza di personale (al Bassone nella sola sezione maschile mancano 42 guardie carcerarie) e di sovraffollamento, ma soprattutto della gestione dei giovani detenuti, che si trovano a convivere con detenuti più anziani con cui l'integrazione è sempre più difficile”.
Lo sottolineano le organizzazione sindacali. Giovanni Savignano, segretario provinciale Federazione nazionale sicurezza Cisl di Como: “La situazione al Bassone è sempre più esplosiva, in quanto abbiamo un problema di gestione della popolazione detenuta più giovane che sta aumentando notevolmente. Arrivano spesso dalle carceri minorili, ma negli istituti per adulti le regole sono diverse e l'integrazione è difficile, per cui spesso si creano situazioni di difficile gestione. Tensioni che aumentano in celle di tre persone, quando dovrebbero essere due, soprattutto quando si è in presenza di detenuti problematici”.
Un terzo dei detenuti del Bassone ha problemi dichiarati di tossicodipendenza (quasi tutti quelli sotto i 25 anni). Un dato che si confronta con la carenza di persone che operano nell'area educativa strutturalmente sottodimensionata, così come quella del personale medico e sanitario, nonostante l'incidenza oltre che delle situazioni di dipendenza, anche legate alla fragilità psicologica e al disagio psichico.