Nel Regno Unito già dieci milioni confinati a causa dell'impennata di contagi
Londra - Dieci milioni nel solo Regno Unito. Pochi meno in Israele. E i prossimi essere costretti in casa potrebbero essere i madrileni. Il ritorno dei lockdown è diventata una pratica 'obbligata' in Europa e altrove, davanti a una impennata del numero di contagi, che i governi e i dipartimenti di sanità pubblica faticano sempre più a contenere.
Ancora ieri, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha avvertito che in Europa il livello di trasmissione è "preoccupante" e i numeri dei contagi registrati nelle ultime settimane conferma le previsioni più pessimiste. Oltre la metà dei Paesi europei, ha sottolineato il capo regionale dell’Oms Hans Kluge, “hanno registrato aumenti di oltre il 10% nelle ultime due settimane e in sette Paesi l’incremento è stato pari a più del doppio”. I casi settimanali di coronavirus, questo è il dato più inquietante, hanno superato quelli segnalati quando la pandemia ha colpito per la prima volta a marzo. Anche per questo la posizione dell’Oms sulla quarantena non cambia: l’isolamento deve restare di quattordici giorni. "È nell’interesse dei pazienti”, ha confermato Catherine Smallwood a proposito della decisione di alcuni Paesi, tra cui la Francia, di ridurre il periodo a sette giorni.
La Francia, dove ieri i nuovi contagi sono stati oltre diecimila, è uno dei Paesi europei più colpiti dalla seconda ondata di Covid-19. Il ministro della Sanità Olivier Véran ha ammesso che l’epidemia "è ancora molto attiva”. Nei dipartimenti di Lione e di Nizza, che presentano le situazioni più gravi, saranno adottate nuove misure restrittive entro sabato, ha annunciato il ministro evocando possibili restrizioni più forti a Marsiglia e in Guadalupa, se il contesto non migliorerà. Véran ha citato, tra l’altro, la possibile chiusura dei bar o il divieto di raduni pubblici.
Nel Regno Unito, dove la quarantenaè stata ridotta a dieci giorni, tornano i lockdown localizzati per quasi due milioni di persone nel nord-est dell’Inghilterra. Si tratta, ha spiegato il ministro della Sanità Matt Hancock di “una risposta immediata” al nuovo incremento dei contagi nella zona, nettamente superiore alla media nazionale. Un giro di vite già reintrodotto nelle settimane scorse a Birmingham, Bolton o Leicester e in alcune zone della Scozia e del Galles per un totale di dieci milioni di persone.
Ma si pensa a lockdown mirati anche a Madrid e nella sua regione, epicentro dell’epidemia in Spagna, che entreranno in vigore nel fine settimana. Secondo l’ultimo rapporto delle autorità regionali, la pressione sul sistema sanitario è in aumento con 2.850 persone ricoverate, di cui 392 in terapia intensiva. Oltre il 20% dei letti d’ospedale è occupato da pazienti Covid-19. Il numero dei casi è esploso in alcuni distretti e comuni del sud della capitale dove nelle ultime due settimane si sono registrati più di mille nuovi casi ogni centomila abitanti. Un’incidenza molto superiore alla media nazionale (285), che è già una delle più alte d’Europa. Quanto al resto del mondo, continua l’aumento dei casi in India che dopo aver superato la barriera dei cinque milioni di contagi ha registrato il record di quasi centomila casi in 24 ore. C'era una luce in fondo al tunnel: era il treno che stava arrivando...
Si saprà solo in novembre se il vaccino in fase di sperimentazione da parte dell'azienda statunitense Moderna è sicuro ed efficace, e se si potranno consegnare 100 milioni di dosi al governo americano "nei primi mesi del 2021". Lo ha precisato ieri l'amministratore delegato Stephane Bancel, raffreddando gli ardori elettorali che avevano spinto Donald Trump ad annunciarne la disponibilità già da ottobre.
Ma non è soltanto il presidente statunitense ad avere fretta. Mezzo mondo ne ha. Sono oltre 165 i vaccini allo studio nel mondo, 58 sono giunti alla fase di test sull'uomo e sette alla 'fase tre' più avanzata. La compagnia cinese Sinovac ha annunciato che testerà il proprio Coronavac, attualmente in fase tre per quanto riguarda gli adulti, anche su bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni. Quanto al vaccino Irbm-AstraZeneca, la buona notizia sarebbe che le anomalie che hanno portato alla sospensione per qualche giorno dei test sul candidato vaccino di Oxford non siano legati alla vaccinazione, ha scritto l'università britannica confermando la ricerca di nuovi volontari per proseguire la sperimentazione.