Per concretizzare l'opera per intero bisognerà attendere. Resta la volontà di arrivare fino a Molteno. Ma da lì il Tilo non potrebbe proseguire
La Pedemontana ferroviaria transfrontaliera che, passando dallo snodo della stazione unica di Camerlata dovrebbe collegare Lecco, Erba, Cantù, Como, Chiasso, Mendrisio, Varese, Malpensa, Locarno e Bellinzona (c’è chi ottimisticamente ha già parlato di due nuovi collegamenti: Erba-Como-Locarno e Lecco-Bellinzona in aggiunta a quelli già esistenti), può attendere, ancora. E quanto debba durare questa attesa non è dato sapere. Tutto ruota attorno all'elettrificazione della linea Camerlata-Lecco: 37 chilometri a binario unico lungo i quali i treni si muovono a diesel. Nel giugno scorso, a Milano, nel corso di un incontro con una delegazione ticinese guidata da Claudio Zali, Regione Lombardia aveva assicurato che i lavori sarebbero stati appaltati in questo mese di dicembre. Non è successo e neppure si sa quando saranno appaltati i lavori. Forse, si sente dire dalle parti di Regione Lombardia, nel 2026.
I lavori stando a Rfi dureranno non meno di 28 mesi. Ma già da ora appare scontato perché il Tilo non potrà viaggiare da Camerlata a Lecco. Ma andiamo con ordine. Riavvolgendo il nastro, dell'elettrificazione tra Albate Camerlata (Como) e Lecco si è incominciato a parlare nell'ottobre 2019 a seguito della decisione di Regione Lombardia di incaricare Rete Ferroviaria Italiana (braccio operativo delle Ferrovie dello Stato) di redigere uno studio di fattibilità per valutare modi e costi relativi all'elettrificazione della linea che collega i due capoluoghi bagnati dal Lario. Nel dicembre 2020 il governo italiano, sulla scorta dello studio di fattibilità, aveva dato il via libera all'opera, inserendola in un piano di investimenti di 1,4 miliardi di euro. Insomma, sembrava fatta, o meglio c'era solo da attendere gli adempimenti di rito per averne la certezza: progetto definitivo, appalto dei lavori, che inizialmente prevedevano una spesa complessiva di 81 milioni di euro.
C'era, allora, e continua a esserci, grande interesse attorno alla elettrificazione della Albate-Lecco, anche da parte del Canton Ticino. Lo conferma il fatto che nel recente incontro di Bellinzona per i 20 anni del Tilo, si è parlato a lungo del potenziamento dei collegamenti fra Ticino, la Brianza e Lecco. Del resto, della Pedemontana ferroviaria transfrontaliera già nel 2016, secondo un sondaggio del Dipartimento del territorio, i frontalieri avevano manifestato un grande interesse e si erano dichiarati interessati a usare, in presenza di collegamenti efficienti, il treno lasciando la macchina in garage.
Aveva poi portato a un cauto ottimismo l'aver legato l'elettrificazione della Albate-Lecco al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per cui il finanziamento sembrava essere assicurato. Un primo stop è invece sorto a seguito del fatto che i costi sono cresciuti del 42%, arrivando a 140 milioni di euro rispetto agli 81 iniziali: da qui la rimozione dell'opera dal Pnrr, ma non della volontà di realizzarla, almeno per il primo troncone da Camerlata a Molteno, 27 chilometri per un costo di 81 milioni di euro, appunto. Somma che, è stato a più riprese assicurato, sarebbe disponibile, per cui i lavori si sarebbero potuti appaltare in questo mese di dicembre. Da Palazzo Lombardia dicono però che "ci sono ancora incertezze". Di quale natura non è dato sapere. Il riserbo è massimo.
Sta di fatto che anche in presenza dell'elettrificazione da Albate a Molteno il Tilo non potrebbe raggiungere Lecco. Potrebbe arrivare sino a Erba e a Molteno, oltre che a Cantù. Almeno sino a quando l'elettrificazione non sarà completata. Resta la possibilità di far circolare un autotreno a propulsione diesel-elettrico, come il Besanino che collega Lecco a Milano, passando da Molteno. Insomma, una sorta di auto ibrida. Certamente non un Tilo, a meno che una volta a Molteno non si pensi di cambiare treno.