La prigione ospita quasi il doppio dei detenuti rispetto alla capienza massima prevista
Di male in peggio al Bassone, casa circondariale di Como che nella classifica nazionale delle carceri italiane per tasso di affollamento (cioè il rapporto tra detenuti presenti e capienza regolamentare) occupa la prima posizione.
Un primato certificato dall'ultima rilevazione (è di questi giorni) del Ministero della giustizia: al Bassone c'erano 417 detenuti (369 uomini e 48 donne) a fronte di 226 letti. Ciò significa un sovraffollamento pari al 188%. A fronte di questi numeri ce ne sono altri per niente incoraggianti: la carenza di personale. Al Bassone sono in servizio 194 ‘baschi verdi’, ne mancano 46. Una carenza che stando a fonti sindacali è accentuata in ruoli chiave come quelli di ispettore (meno 70%) e di sovraintendenti (meno 80%). Che al Bassone la situazione stia peggiorando è provato dalla rilevazione ministeriale dello scorso 31 gennaio: i detenuti erano 387 e il sovraffollamento era pari al 171%. Succede così anche nella quasi totalità delle carceri italiane. Lo confermano innanzitutto i suicidi (85 lo scorso 2022 a livello nazionale, 42 dall'inizio di quest'anno) e il numero crescente di atti di autolesionismo (una trentina al Bassone da gennaio a oggi). Dati dietro ai quali si avverte il forte malessere vissuto nelle carceri italiane, non solo dai detenuti ma anche dal personale di Polizia penitenziaria. Anche fra i baschi azzurri cresce il numero di suicidi. Di questi problemi se ne parla da anni, ma restano irrisolti.
Anche se tutto ciò non sembra interessare al mondo della politica e all'opinione pubblica. Una recentissima istantanea della situazione all'interno del Bassone è stata scattata il giorno di Ferragosto dalla parlamentare dem comasca Chiara Braga: “I problemi del Bassone sono ormai strutturali e faticano a trovare una soluzione. I problemi di sovraffollamento si trascinano da anni. Su 417 detenuti solo 7 beneficiano della possibilità di lavorare durante il giorno fuori dal carcere. Al Bassone i detenuti, uomini e donne, con problemi di tossicodipendenza sono 173. Oltre alla carenza di personale che tocca tutti i profili, compresi quelli dei funzionari, si registra anche il fatto che il numero di persone addette all'area educativa è sottodimensionato, così come quella del personale medico e sanitario, nonostante l'incidenza di situazioni di dipendenza, di fragilità psicologica e di disagio psichico sia in costante crescita”. Scontato che per superare questi ostacoli in modo da centrare gli obiettivi di maggior socialità dietro le sbarre e di recupero dei detenuti a condizioni di vita dignitosi, servano interventi concreti.