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‘Sua figlia ha ucciso un bambino’, tentata truffa a due ticinesi

La coppia stava per perdere 14'000 franchi e altri oggetti di valore. A essere fatale ai truffatori il luogo dell'appuntamento troppo vicino alla questura

Il malloppo salvato dai poliziotti
(Polizia di Stato)
3 settembre 2024
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C'erano anche 14'000 franchi in contanti fra i valori che una coppia di anziani coniugi italiani, di 83 e 69 anni, residenti nel Bellinzonese, aveva racimolato in seguito a un tentativo di raggiro e che rischiavano di finire nelle mani dei truffatori.

I due erano stati contattati telefonicamente da una donna, con accento dell'Europa dell'Est che aveva riferito loro che la figlia aveva causato un incidente stradale in cui era rimasto ucciso un bambino: per evitare il carcere, spiegava la voce al telefono, i genitori avrebbero dovuto raccogliere 50'000 euro in contanti e oggetti di valore e recarsi a Como all'appuntamento con un poliziotto che avrebbe prelevato il tutto.

I due anziani, dunque, con al seguito 14'000 franchi, due fedi nuziali in oro, due anelli, un paio di orecchini, una collana in oro e un orologio placcato in oro del valore di circa 1'000 franchi si erano già recati sul luogo dell'appuntamento. Ma i malviventi non avevano forse considerato che la via indicata si trovava proprio nei pressi della questura: i coniugi, notando l'edificio, sono entrati raccontando ai poliziotti quanto ascoltato nella telefonata e di essere ancora in contatto telefonico con la truffatrice. Resisi immediatamente conto che gli anziani erano stati designati come vittime di una delle truffe più diffuse negli ultimi tempi, hanno chiesto loro di raggiungere in auto il luogo dell'appuntamento appostandosi per intervenire.

Sul posto è poi arrivato un uomo che, avvicinatosi alle vittime, si è qualificato come il poliziotto incaricato del ritiro dei valori: a quel punto è scattata la trappola, con gli agenti che hanno bloccato il malvivente in fuga, un 36enne ceco, ancora in possesso del telefono cellulare usato per compiere la truffa.

Accompagnato in questura per la compiuta identificazione, l’uomo è stato arrestato per concorso in truffa aggravata, per aver instillato nelle vittime il timore di un pericolo immaginario e l’erroneo convincimento di dover eseguire un ordine dell’Autorità.