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Accordo fiscale, stipendi ‘leggeri’ per i nuovi frontalieri

Da uno studio della Cgil di Como emerge che i lavoratori assunti dopo l’entrata in vigore dell’accordo sulla nuova fiscalità hanno buste paga più leggere

Sei le figure professionali prese in esame
(Ti-Press)
1 febbraio 2024
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Un quarantenne infermiere, sposato, senza figli, residente a Como, con un impiego all’Ente ospedaliero cantonale (Eoc), assunto dopo il 17 luglio scorso, giorno in cui è entrato in vigore l’accordo sulla nuova fiscalità dei frontalieri, a fronte di uno stipendio lordo annuo di 66’300 franchi, percepisce uno stipendio mensile netto di 3’163 franchi. Il suo collega, pure lui quarantenne, sposato, senza figli, residente nel capoluogo lariano ogni mese porta a casa una busta paga più pesante, essendo lo stipendio mensile netto di 3’641 franchi, per cui la differenza è di 478 franchi al mese, circa 6mila franchi in un anno.

È quanto emerge da uno studio della Cgil frontalieri di Como. Una dettagliata elaborazione che mette in evidenza quanto pagano i ‘vecchi’ e i ‘nuovi’ frontalieri a seguito dell’accordo fiscale sottoscritto lo scorso anno da Italia e Svizzera, che ha mandato in soffitta la precedente convenzione, vecchia di quasi mezzo secolo, decisamente superata anche perché, nel corso degli anni, soprattutto negli ultimi venti che hanno visto crescere in modo esponenziale il numero di frontalieri (attualmente sono quasi 80mila, numero senza precedenti). La differenza di tassazione tra ‘vecchi’ – che continuano a pagare le tasse in Svizzera – e ‘nuovi’ frontalieri – tassati in Italia, dopo quanto già versato alla fonte – è materia sulla quale si sono chinati anche i costituzionalisti, dato che la nuova fiscalità per alcuni presenta rilievi di anticostituzionalità.

Lo studio della Cgil frontalieri lariana ha preso in esame sei figure professionali, tenendo come base per il cambio franco ed euro alla pari (attualmente la valuta svizzera è più alta rispetto a quella europea). La residenza dei frontalieri, soprattutto i nuovi assunti, è importante in quanto sulle tasse incide anche l’Irpef comunale differente da comune e comune, in alcuni casi poi non c'è. Oltre agli infermieri, le figure professionali sulle quali il sindacato comasco ha sviluppato le sue simulazioni sono gli operai edili, i camerieri e un medico capo all’Eoc. Un operaio edile ‘vecchio’ frontaliere ha un salario lordo annuale di 60’749 franchi e porta a casa un netto mensile di 3’389 franchi rispetto ai 2’924 franchi percepiti da un ‘nuovo’ frontaliere, per cui la differenza è di 465 franchi ogni mese. Differenza che scende a 339 franchi per un cameriere a fronte di un salario lordo annuale di 47’658 franchi: 2’781 franchi netti al mese i ‘vecchi’ e 2’442 franchi ai ‘nuovi’ frontalieri. Gap che sale a 1’065 franchi al mese (quasi 13mila all’anno) per un medico capo all’Eoc, il cui salario lordo annuo è di 130’230 franchi, che significa un netto mensile di 6’653 franchi per i ‘vecchi’ e 5’588 franchi ogni mese per i ‘nuovi’ frontalieri. Differenze di non poco conto per tutte le categorie, ma non per questo sembrano essere un freno per non continuare a cercare un’occupazione in Canton Ticino. La differenza tra gli stipendi percepiti al di qua e al di là della frontiera continua a essere (quasi) abissale, anche se leggermente scalfita dalla ‘tassa sulla salute’, mentre i ‘nuovi’ frontalieri dalla loro hanno il fatto che pagando le tasse in Italia beneficiano di deduzioni non indifferenti.