L’euro continua a scendere, e il cambio favorevole per i lavoratori che arrivano dall’Italia si traduce in maggiore guadagno
È sempre più pesante la busta paga dei frontalieri, un esercito di lavoratori che in Canton Ticino secondo i dati diffusi dall’Ufficio federale di statistica a fine giugno erano 75’795, in aumento dell’1,3% rispetto al primo trimestre di quest’anno. La busta paga dei frontalieri, ben oltre il doppio rispetto gli stipendi pagati in Italia, negli ultimi mesi è lievitata per effetto del ‘super franco’ che lo scorso 5 luglio, per la prima volta, è sceso sotto la parità di cambio con l’euro.
Super franco che da quando sei mesi fa la Russia ha invaso l’Ucraina, è individuato come valuta rifugio dagli investitori internazionali. Dall’inizio dell’anno il cambio più alto fra la valuta europea e quella svizzera, lo si è registrato il 5 febbraio (1,0571 franchi per un euro), mentre martedì erano sufficienti 0,9564 franchi per un euro. Ecco, quindi, che lo scorso febbraio un frontaliere con uno stipendio di 3mila franchi si ritrovava con 2’837 euro. Altro esempio: uno stipendio di 4mila franchi significava portare a casa 3’783 euro. Con le quotazioni di questi giorni, con stipendi di 3mila e 4mila franchi, i frontalieri si ritrovano con rispettivamente 3’136 euro e 4’182 euro. Nel primo caso 300 euro in più, che diventano 400 euro nel secondo caso. Più sale lo stipendio, più pesante diventa la busta paga. E in Canton Ticino, soprattutto in alcuni settori, come quello sanitario, gli stipendi arrivano sino a 10mila franchi.
Una differenza quella derivante dal cambio fra le due valute decisamente consistente, in quanto sfiora il 10%. Non è la prima volta che i frontalieri beneficiano di un aumento inaspettato. È accaduto ad esempio nel 2015, a seguito della decisione della Banca nazionale svizzera di abolire la soglia minima che teneva il franco agganciato all’euro. Una decisione che allora aveva consentito ai frontalieri di vedere i propri stipendi in euro aumentare mediamente di 600 euro.
Il cambio tra franco ed euro, come succede da sempre, continua a essere un sensibilissimo termometro dei commerci di confine. E inevitabilmente il termometro è orientato verso supermercati e centri commerciali della fascia di confine, dove nonostante l’aumento dei prezzi, per lo più conseguenza della guerra in Ucraina, continuano a essere favorevoli. Per rendersene conto sono sufficienti alcune istantanee scattate nei parcheggi dei supermercati e dei centri commerciali di Como Monteolimpino, Sagnino, Maslianico e Montano Lucino, tutti a un tiro di schioppo dalla frontiera.
Oltre la metà di autovetture parcheggiate hanno targhe svizzere, per lo più del Canton Ticino. Pur non essendoci dati ufficiali sull’affluenza della clientela ticinese, in quanto gli svizzeri con il cambio attuale alla cassa si presentano muniti di euro, stando all’associazione della grande distribuzione negli ultimi mesi le vendite sono aumentate del 10/15%. Un terzo dell’incremento lo si deve alla clientela svizzera.
L’effetto franco forte lo si è avverte anche sul pieno della benzina. La convenienza per gli automobilisti ticinesi è sempre maggiore. Alla differenza dovuta al taglio delle accise (sarà così sino al 20 settembre, ma già si parla di una ulteriore proroga del provvedimento), c’è d’aggiungere la possibilità di avere in tasca un gruzzoletto di euro in più. Come i benzinai, a beneficiare di questa congiuntura sono anche i negozi e le boutique (di Como e delle altre attività commerciali dei comuni di frontiera). In questo settore, interessato anche dai saldi, la clientela svizzera rispetto allo stesso periodo del 2021, quando già le restrizioni per la pandemia erano state rimosse, a Como sarebbe aumentata del 10%.