Al via il procedimento a carico di otto imputati. Undici persone chiedono i danni, ma a molte altre sono già state versate importanti cifre
Ha preso il via oggi, 17 gennaio, alla Casa della Resistenza di Fondotoce l'udienza preliminare sulla tragedia della funivia del Mottarone (Verbano-Cusio-Ossola) nella quale, il 23 maggio 2021, persero la vita quattordici persone. Undici le richieste di costituzione di parte civile, tra cui quelle del piccolo Eitan (unico sopravvissuto), della Regione Piemonte e del Comune di Stresa (Verbano-Cusio-Ossola, Piemonte). Gran parte dei familiari delle vittime sono però usciti dal processo in quanto sono stati risarciti.
Gli imputati sono otto: Luigi Nerini, titolare delle Ferrovie del Mottarone, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, allora rispettivamente direttore d'esercizio e capo servizio dell'impianto, Anton Seeber, presidente del consiglio di amministrazione (cda) di Leitner (il gruppo incaricato della manutenzione), Martin Leitner, consigliere delegato e Peter Rabanser, responsabile del servizio ai clienti, oltre alle due società. Al giudice dell'udienza preliminare (gup) Rosa Maria Fornelli sono state avanzate le istanze di chi intende chiedere i danni, come i parenti di una delle vittime e l'Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil). Un elenco che in questi mesi si è sfoltito assai e che ora comprende undici nomi. Molti sono infatti usciti dal processo poiché il gruppo altoatesino, incaricato della manutenzione dell'impianto, ha chiuso le trattative risarcitorie. Ha staccato assegni a sei zeri per 76 posizioni e un ammontare definito da Leitner "estremamente rilevante e superiore a quanto già ottenuto dagli stessi in via assicurativa". Su richiesta dei familiari, la cifra complessiva versata non è stata resa nota dalla società. Mentre la società Leitner ha invece annunciato l'intenzione di agire "in tutte le sedi a presidio della propria immagine e risarcimento dei danni subiti", per poter "procedere a sua volta ad avviare tutte le iniziative risarcitorie, a riparazione delle somme anticipate, verso i soggetti effettivamente responsabili dell'accaduto".
Chi non ha ancora ricevuto ristoro, essendo in corso le procedure relative alla tutela del minore, è Eitan, ma si conta di giungere a un accordo "in tempi rapidi". E proprio del bambino, si è a lungo parlato a margine dell'udienza: a Verbania, stamane, è arrivato anche il nonno Shmuel Peleg, volato da Israele in Italia. Nei mesi successivi l'incidente aveva rapito il nipotino, conteso tra il ramo paterno e materno della famiglia, dando il via a una indagine che si è conclusa con il suo patteggiamento a un anno e otto mesi con pena sospesa. "Dobbiamo fare quello che è meglio per Eitan, non per qualcuno delle famiglie – ha dichiarato l'uomo –. Dobbiamo stargli vicino insieme, io non ho sentimenti di vendetta".
Si ritornerà in aula il prossimo 27 febbraio per la discussione in merito alle richieste di costituzione di parte civile. Poi sono state fissate udienze ogni due settimane, sempre il martedì, fino al 4 giugno. Dopo di che la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura, a meno che qualcuno degli imputati non scelga, ma pare improbabile, il rito abbreviato.