Il presidente dell’associazione dell’agricoltura italiana, Ettore Prandini, lancia quest’appello da un convegno svoltosi a Erba
“Esercito in campo per contrastare l’invasione dei cinghiali e dei cervi presenti sul territorio insubrico, così come in buona parte del territorio nazionale, che causano incidenti, provocano danni alle coltivazioni e diffondono malattie”. È questa la richiesta lanciata lunedì 9 ottobre da Ettore Prandini, presidente nazionale della Coldiretti durante il convegno ‘Fauna selvatica, strategie per la gestione’ che si è svolto a Lariofiere di Erba. Si stima che nel territorio insubrico, che si estende dal varesotto alle montagne alto lariane, passando dal Ticino fino ai boschi dell’Olgiatese, sarebbero quasi 10mila gli ungulati presenti: soprattutto cinghiali, ma anche cervi.
Molte le proteste da parte di agricoltori e allevatori di animali, altrettanto le promesse da parte di Regione Lombardia. Pochi o nulla i fatti, per cui il problema continua a essere irrisolto. Ecco quindi la richiesta di schierare l’esercito. «La situazione è fuori controllo – continua Prandini –. Già oggi gli agricoltori si trovano in fortissima difficoltà, non solo per quanto riguarda l’agricoltura, ma anche per la sicurezza stradale, con gli incidenti che si moltiplicano di mese in mese. A tutto questo va dato una risposta in tempi immediati: in caso contrario, assisteremo a un inesorabile abbandono del territorio, con conseguenze inimmaginabili». Dal convegno di Erba la notizia della discesa in campo dell’esercito nel territorio insubrico è stata accolta favorevolmente da sette comaschi e varesotti su dieci. Questo dato statistico lo si evince da un’indagine conoscitiva di Coldiretti. La proposta è già stata inoltrata al Ministero dell’agricoltura e a quello della difesa.