Le associazioni di categoria criticano la misura messa in campo del governo per combattere il carocarburanti
Equivale al pieno di una utilitaria, ai prezzi attuali, il bonus benzina per la fasce di reddito basse. È quanto previsto dal nuovo decreto ministeriale contro il caroenergia. Un pacchetto di misure che vale 1,3 milioni di euro. Nel decreto che ha ricevuto il via libera dal Consiglio dei ministri figura infatti anche il bonus una tantum di 80 euro per fronteggiare il carocarburanti considerato che il costo di benzina e gasolio continua a salire.
La verde da qualche giorno è stabilmente sopra i 2 euro al litro sulla rete stradale, mentre su quella autostradale occorrono mediamente 2,20 euro. In percentuale è salito di più il prezzo del diesel, poco distante dai 2 euro nelle città e nei paesi e oltre 2 euro nelle stazioni di servizio autostradali. Le associazioni dei consumatori, così come quelle dei benzinai, avevano chiesto il taglio delle accise e la sterilizzazione dell'Iva che da sola significherebbe ridurre di una decina di centesimi al litro il prezzo dei carburanti.
Il governo Meloni, in questi giorni impegnato con la Legge di Bilancio difficile da far quadrare vista l'impossibilità di disporre di risorse finanziarie, ha risposto picche limitandosi a prevedere il bonus una tantum. È previsto per le famiglie che hanno un reddito annuale fino a 15mila euro. In sostanza, il pieno di 40 litri di una utilitaria che sarà caricato sulla carta di credito ricaricabile “Dedicata a te” (anche in questo caso una tantum di 380 euro), già in uso per il carrello della spesa, con l'obbligo di acquistare prodotti italiani.
Complessivamente per il bonus benzina sono stati stanziati 100 milioni di euro. Spiccioli secondo le associazione dei consumatori e dei partiti di opposizione che parlano di bonus farsa. Intanto, sul versante dei prezzi dei carburanti da un paio di settimana si assiste a un fatto inusuale: il costo della benzina a Como è il più basso praticato nei capoluoghi lombardi. Una inversione di marcia rispetto al passato. C’è una spiegazione che si lega al fatto che il capoluogo è aggrappato al confine con il Ticino. Sino a quando c’è stata la carta sconto benzina che consentiva di fare il pieno scontato, la verde a Como si pagava di più. Ora che la carta sconto benzina è stata soppressa e che anche nel Mendrisiotto il costo dei carburanti è salito, i benzinai della fascia di confine tengono i prezzi seppur di pochi centesimi inferiori rispetto a quelli praticati dai loro colleghi ticinesi. L'obiettivo è quello di invogliare i frontalieri a fare il pieno sotto casa.