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Delitto di Malnate, c'è una corrispondenza per le impronte

Nuovi sviluppi per l'omicidio di una donna di 73 anni, avvenuto lo scorso 22 luglio nel Varesotto

La sentenza dovrebbe arrivare a dicembre
(Ti-Press)
20 settembre 2023
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Quattro delle otto impronte trovate sul vaso blu con il quale il 22 luglio dello scorso anno è stata uccisa una donna 73enne ex frontaliera nel Mendrisiotto, corrispondono con quelle custodite nel casellario centrale del ministero dell'Interno. La vittima era stata assassinata nel suo appartamento, nella casa di ringhiera di Malnate. Le impronte evidenziate dai carabinieri del Ris, combaciano perfettamente con quelle del presunto omicida, un 67enne varesino, che è comparso oggi, 20 settembre, davanti ai giudici della Corte d'Assise di Varese, accusato di omicidio volontario con le aggravanti dei futili e abbietti motivi, della crudeltà e della minorata difesa. L'uomo, dal canto suo, respinge tutte le accuse e si professa innocente.

Le impronte del presunto omicida rappresentano il pilastro che regge il teorema accusatorio della Procura di Varese. Erano state rilevate in tre contesti diversi e in differenti momenti: nel gennaio 2019 dai carabinieri del Nucleo investigativo di Varese; nel 2017 dalla squadra Mobile di Varese e nell'aprile 2007 dalla Questura di Como, nel corso di una identificazione. Stamane in apertura di udienza il figlio della donna, titolare di una impresa edile nel Mendrisiotto (era stato lui nel pomeriggio del 22 luglio dello scorso anno a trovare la madre priva di vita) e una nipote si sono costituiti parte civile assistiti dagli avvocati Andrea Boni e Daniela Cosentino. La difesa dell'imputato è rappresenta da Francesca Cerri del foro di Como, che nel giugno scorso in sede di udienza preliminare aveva chiesto di accedere al rito abbreviato.

Richiesta, quest'ultima, respinta dal gip, in quanto i reati contestati all'imputato prevedono l'ergastolo e di conseguenze il giudizio spetta a una Corte d'Assise. Nel corso dell'udienza sono stati ricostruiti i fatti e le fasi dell'inchiesta. Innanzitutto, si è avuta la conferma che il 67enne presunto omicida frequentava la casa della vittima, in quanto per conto di una associazione svolgeva attività di assistenza agli anziani, per cui nella casa di ringhiera di Malnate non era uno sconosciuto. La mattina del 22 luglio dello scorso anno alla pensionata l'uomo avrebbe chiesto soldi per poter andare al mare: davanti al rifiuto l'avrebbe uccisa, con il vaso sul quale ha lasciato le impronte. Dopo l'efferato delitto, la rapina: una manciata di preziosi, poi venduti in un ‘’Compro Oro‘’ di Varese, dove era stato accompagnato da un complice, già condannato a un anno e quattro mesi per favoreggiamento. Molti i testi indicati sia dall'accusa che della difesa. Si torna in aula mercoledì 4 ottobre. Numerose le udienze fissate dalla Corte d'Assise. Si andrà avanti sino al 13 dicembre, giorno in cui dovrebbe arrivare la sentenza.