Il progetto ha l'obiettivo di ripristinare la linea ferroviaria che va da Mendrisio a Castellanza
Si torna a parlare della linea ferroviaria internazionale dismessa della Valmorea, 36 chilometri da Mendrisio a Castellanza, lungo la valle del Lanza, corso d'acqua che nasce in Canton Ticino sulle pendici del Monte San Giorgio. L'occasione è stata fornita da un incontro che si è tenuto nel fine settimana in Regione Lombardia con i sindaci comaschi e varesotti coinvolti territorialmente dal progetto di recupero della ferrovia della Valmorea. Un progetto che sui binari percorsi del treno a vapore prevede i ‘vélorail’ traducibili in cicloferrovia, sul modello di quanto sta accadendo in Francia con il ‘train touristique du Larzac’, minuscolo comune (139 abitanti) del dipartimento di Dordogne, poco distante da Tolosa, che sta spopolando.
Una curiosità, insomma, con numeri da turismo impressionanti, che in Regione Lombardia vorrebbero replicare con la Valmorea. Ma di che cosa si tratta? Di mini-vagoni aperti alimentati a pedali o elettrici, sui quali si può al massimo salire in quattro, due dei quali sarebbero impegnati a pedalare. Qualche sindaco, presente all'incontro, avrebbe paragonato i mini-vagoni alle biciclette elettriche, quelle con pedalata assistita.
Sui binari di Larzac viaggiano anche convogli elettrici, con motrice e due carrozze, sulle quali possono salire una sessantina di passeggeri. Insomma, una soluzione green che più green non potrebbe essere. E il progetto di recupero della Valmorea, stando a quanto emerso nell'incontro milanese, è abbastanza avanti. Ci sta lavorando anche Ferrovienord. Circostanza tutt'altro che trascurabile quando si parla di interventi pubblici, i finanziamenti non mancano. Sono infatti a disposizione 10 milioni di euro messi a disposizione da Regione Lombardia.
Che sia la volta buona, dopo il tanto parlare sul recupero della Valmorea? Ne è convinta Claudia Maria Terzi, assessore regionale alle Infrastrutture e Opere Pubbliche che, al termine dell'incontro milanese da lei coordinato, ha rilasciato la dichiarazione che segue: “Dopo lo stanziamento regionale prosegue l'impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti per ridare alla linea in disuso (ha funzionato solo dal 1926 al 1928, per essere poi percorsa saltuariamente dal 1995 al 2014 dai treni a vapori, grazie al Club San Gottardo, ndr), che con decreto interministeriale qualche anno fa è stata inserita nelle linee storiche turistiche da riattivare. Il progetto (che non esclude il treno a vapore, ndr) promette di aprire nuove opportunità di sviluppo e promozione turistica per il territorio lombardo, attirando visitatori e turisti interessati a scoprire le bellezze paesaggistiche e culturali offerte dalla ferrovia e dalle località interessate dal tragitto. Lo fa ispirandosi ai progetti di recupero di importanti itinerari ferroviari esteri (i ‘vélorail’ di Larzac, ndr). La mobilità condivisa, lo sviluppo sostenibile e l'intermodalità sono i capisaldi dell'ipotesi di progetto per realizzare un'opera che guarda davvero al futuro”.
Un progetto unico nel suo genere in Italia. Se ne saprà di più in settembre, in occasione di un incontro esteso a tutti gli attori interessati, che si terrà a Varese. Si è comunque appreso che si inizierà con una sperimentazione di 3,4 chilometri, da Malnate (Varese) a Cagno (Como), la località del Mulino del Trotto (Luogo Fai, il Fondo per l'ambiente italiano), con inizio dei lavori in autunno. Saranno coinvolti una ventina di ferrocicli. Se i test risulteranno positivi lungo l'intero collegamento della cicloferrovia della Valmorea, si incomincerà a pedalare entro la fine del prossimo anno o all'inizio del 2025.