Il progetto della Valmorea solleva alcuni interrogativi riguardo alla compatibilità con un'altra pista ciclabile
C'è anche la Ciclopedonabile e non solo la Cicloferrovia (Velorail) della Valmorea, la linea ferroviaria transfrontaliera dismessa da anni. Un progetto, il secondo, che sembra fare passi da gigante, anche perché ben finanziato da Regione Lombardia, sul quale interviene Fiab Varese Ciclocittà, associazione di ciclisti urbani aderente alla Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta. Lo fa con una nota firmata da Leonardo Savelli, presidente dell'associazione varesina, che opera per la diffusione della bicicletta come mezzo di trasporto: “I promotori della cicloferrovia non dicono nulla circa la compatibilità del nuovo progetto col percorso ciclopedonale esistente e con quello, ancora da realizzare, tra Molino del Trotto e Santa Margherita di Stabio al confine svizzero”. Da questa premessa Fiab Varese Ciclocittà avanza due interrogativi: “Potranno coesistere Ciclopedonabile e Cicloferrovia? A quali condizioni? Questo perché la loro natura è diversa: la ciclopedonabile è una struttura per la mobilità turistica, ludica, quotidiana, mentre la cicloferrovia è essenzialmente ludica”. Nella sua nota l'associazione varesina pone l'accento sulla necessità di “non pregiudicare lo sviluppo della ciclovia di fondovalle, se si vuole ottenere un successo di utenza come già si verifica nella tratta Castellanza-Castiglione Olona. Così come strategica è la connessione della Valle Olona alla rete ciclabile con la Svizzera e quindi a quella europea”. Da qui, quindi, un auspicio che “l'amministrazione provinciale di Varese mantenga l'impegno di sviluppare l'alternativa di fondovalle della ciclovia della Valle del Lanza e che la Regione Lombardia si attivi, in collaborazione con le istituzioni svizzere, per la realizzazione della ciclovia internazionale come prevista nel Piano Regionale della Mobilità Ciclistica del 2014”.