Tragico incidente per il 57enne Simone Barbetta, che il 7 giugno ha perso la vita collidendo contro i monti sopra al Lario. Inutile il ricovero a Como
È morto nel pomeriggio di mercoledì 7 giugno, poche ore dopo il ricovero all’ospedale Sant’Anna di Como, lo storico gestore del rifugio Venini, una delle mete escursionistiche più note del lago di Como, sopra l’abitato di Lenno e sui sentieri del contrabbando che tuttora segnano il confine tra Ticino e Lombardia. Simone Barbetta, 57 anni, è rimasto vittima di un incidente mentre volava con il suo parapendio proprio nei cieli sopra al Venini, schiantandosi al suolo a un centinaio di metri dal rifugio. Barbetta era noto anche nel Luganese, in quanto ha gestito anche la capanna San Lucio in Val Colla, dal 2015 allo scorso anno.
Un turista tedesco ha riferito di averlo visto volteggiare salvo poi cambiare improvvisamente direzione precipitando su un crinale. In soccorso di Barbetta – conosciutissimo in zona – si è alzato l’elisoccorso da Milano, mentre sul terreno si mobilitavano due squadre della Stazione Lario occidentale e Ceresio del Soccorso Alpino, i vigili del fuoco del distaccamento di San Fedele Intelvi e i carabinieri. Il problema sarà ora quello di chiarire se all’origine dell’incidente vi sia stato un guasto tecnico o un malore. Barbetta, che viveva con la famiglia a Menaggio, era conosciutissimo non solo lungo il ramo occidentale del Lago di Como. Con i figli aveva di recente assunto anche la gestione dell’Alpe di Colonno, altra gettonatissima meta della dorsale occidentale, nonché sede in quota del gruppo Alpini di Lenno.
Alla famiglia, agli amici e ai conoscenti giungano le condoglianze della nostra redazione.