Secondo dati diffusi dall’Istat supera di circa 130 euro la città sul Lario, posizionandosi al quarto posto in Italia dietro a Genova, Firenze e Grosseto
Borsa sempre più leggera per le massaie comasche e varesine (stessa musica a livello nazionale) che continuano a essere alle prese un carovita elevato a causa dell’inflazione, che è salita alle stelle a seguito soprattutto della guerra in Ucraina (oltre che a causa delle scelte della Bce e delle prospettive economiche nazionali incerte). L’inflazione sta lentamente rientrando, ma continua a mordere, come confermano gli ultimi dati dell’Istat, che elaborati dall’Unione Nazionale Consumatori consentono di avere la classifica delle città capoluogo di provincia più care d’Italia. Una classifica che riferita all’inflazione registrata nel mese di giugno per la prima volta vede Varese scavalcare Como.
La città in riva al Lario da sempre occupava i primi posti delle città più care d’Italia. E questo come ripetutamente sottolineato era dovuto alla calata delle massaie ticinesi che ritenevano convenientissimo fare la spesa nei supermercati di Como che nel corso degli anni sono cresciuti come i funghi (altri due sono in arrivo a Olgiate Comasco e uno anche a Ponte Chiasso, a un centinaio di metri dalla dogana stradale). Ora dunque il sorpasso di Varese su Como. La ‘città giardino’ nella poco invidiabile top ten a livello nazionale occupa la quarta posizione, alle spalle di Genova, Firenze e Grosseto. In giugno il costo della vita era al 6,3%, un decimo in più rispetto a Milano. Percentuale che tradotta in soldoni si traduce in rincari pari 1’688 euro a famiglia. A Como, collocata al ventesimo posto tricolore, con un costo della vita a 6,1% si spendono 1’556 euro in più. Come si vede la differenza fra le due città a ridosso della ‘ramina’ è di 132 euro.
Si accennava che l’inflazione morde bene. Il confronto con maggio lo conferma. A Varese il tasso era al 7,4% con un carovita pari a 1’951 euro rispetto ai 1’688 euro di giugno. A Como due mesi fa il costo della vita era al 7,01% pari a 1’877 euro (1’556 a giugno). Cali significativi, ma ben lontani per tranquillizzare le massaie comasche e varesine.