Al via oggi 12 maggio 2023 il terzo e ultimo grado di giudizio per l'assassinio del ‘prete degli ultimi’ ucciso il 15 settembre 2020 da un 55enne tunisino
Approda oggi di fronte alla Corte di Cassazione italiana, per il terzo e ultimo grado di giudizio, l'assassinio di don Roberto Malgesini, il prete degli ultimi ucciso con 15 coltellate da un 55enne tunisino il 15 settembre 2020. Come riporta La Provincia di Como, la difesa chiede l'annullamento della sentenza della Corte di Appello che aveva riformato la condanna all'ergastolo inflitta in primo grado infliggendo 25 anni di carcere all'omicida. I legali di quest'ultimo, nel ricorso, sostengono che il loro cliente al momento dell'omicidio fosse non imputabile in quanto non in grado di intendere e di volere. Circostanza che era stata esclusa dalla perizia psichiatrica svolta dal perito incaricato dalla Corte d'appello che non aveva riscontrato in capo all'uomo patologie tali da confermare la scemata responsabilità. Secondo la difesa, però, come già da noi riportato in precedenza, la perizia non sarebbe stata svolta in modo adeguato in quanto "redatta dopo un solo incontro di 50 minuti più altri due di un’ora a quattro mesi di distanza – scrive l’avvocato Sonia Bova –. Il tutto con il paziente già sottoposto a terapia farmacologica".
La pena era stata ridotta in appello in quanto i giudici di Milano avevano riconosciuto all'omicida le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, ovvero premeditazione, efferatezza del delitto e recidiva. Ciò in virtù del fatto che, secondo i magistrati, la confessione resa negli attimi successivi al delitto ai carabinieri permetteva di ricostruire l'esatta dinamica dei fatti e dunque di accertare la premeditazione escludendo altre motivazioni come un presunto impeto d'ira.