Confine

Telelavoro frontalieri, Massimo Mastromarino scrive a Roma

Il sindaco di Lavena Ponte Tresa e presidente dei Comuni di frontiera chiede a Meloni e Giorgetti un nuovo accordo amichevole con la Svizzera

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(Ti-Press)
20 febbraio 2023
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Smart working per i frontalieri, così non va. Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa e presidente dell’Associazione Comuni di frontiera, stamattina ha sollecitato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti affinché venga sottoscritto un nuovo accordo amichevole con la Confederazione elvetica che preveda, sulla falsariga del recente accordo tra Svizzera e Francia, l’estensione del telelavoro al 40%. Per superare quanto avvenuto dallo scorso 1° febbraio, data in cui è cessato lo smart working.

Nell’e-mail inviata a Roma, Mastromarino sottolinea che questo accordo andrebbe "a beneficio sia della qualità della vita dei frontalieri sia del sistema economico e transfrontaliero delle imprese". Nei giorni scorsi ci sono state le prese di posizione dei sindacati italiani Cgil, Cisl e Uil e delle organizzazioni sindacali del Canton Ticino, che hanno puntato la loro attenzione soprattutto sull’interpretazione fornita dall’Agenzia delle Entrate delle regole sulla tassazione del lavoro in smart working per i frontalieri: dal 1° febbraio scorso se un frontaliere residente nei comuni di frontiera effettuerà anche un solo giorno intero di telelavoro diventerà tassabile su tutto il proprio reddito.

Va ricordato che il Senato italiano dopo il via libera alla nuova fiscalità dei frontalieri ha approvato tre ordini del giorno presentati da Pd, Lega e M5S che impegnano il governo "ad adottare tutte le misure di propria competenza al fine di avviare con urgenza negoziati con il Consiglio federale svizzero, volti a disciplinare il ricorso al telelavoro da parte dei frontalieri".