Le strutture d’accoglienza della città sono piene, mentre cresce il numero di giovani non accompagnati. La parrocchia di Rebbio ne sta accogliendo 45
Quando non basta la buona volontà di cui don Giusto della Valle dispone in quantità industriale. A Como cresce in modo esponenziale il numero di migranti minorenni non accompagnati, ragazzi e anche ragazze di età compresa fra i 15 e i 17 anni. Una ondata senza precedenti, perché la città lariana è aggrappata alla ramina. E le strutture di accoglienza in città sono al collasso, anche conseguenza del fatto che nel periodo in cui Como era governata dalla Lega nulla è stato fatto per essere pronti ad affrontare l’emergenza che avanzava. E così ancora una volta i problemi sono stati scaricati su alcune realtà, prima fra tutte la parrocchia di Rebbio, quella di don Giusto della Valle, che in questi giorni si ritrova con 45 minorenni, di età compresa fra i 15 e i 17 anni. Non solo ragazzi, ma anche ragazze. In maggioranza sono egiziani.
Ecco che dal sacerdote dei migranti arriva una richiesta di sostegno e aiuto: "Anche noi abbiamo bisogno di una mano. Occorrono volontari, persone di buona volontà disponibili per l’accoglienza. Dobbiamo seguire questi ragazzi, non tanto per mangiare e dormire, ma per tentare di trovare loro delle soluzioni per la scuola, per una qualche forma di istruzione. Per fare sport, per inventare qualche laboratorio. Non possiamo lasciarli soli". Si può fare riferimento alla parrocchia o alla rete per la grave marginalità che opera in città. Al coordinamento servizi Porta Aperta di Caritas e ad enti impegnati sul tema come i Padri Somaschi. Ecco il messaggio che circola tra i volontari: "La parrocchia di Rebbio sta ospitando alcuni minori stranieri non accompagnati che arrivano prevalentemente dall’Egitto. Al momento stiamo accogliendo 45 minori e un numero così alto comporta una grandissima fatica. Si vuole mantenere per loro un luogo accogliente e stimolante, realizzando attività in cui tutti i ragazzi possano impegnarsi. Per fare questo abbiamo bisogno di volontari che possano mettere a disposizione il loro tempo libero soprattutto durante le ore diurne".
Il tutto in attesa anche di poter indirizzare parte dei ragazzi verso altre strutture di "accoglienza che attualmente sul territorio comasco sono tutte piene". Ecco dunque l’appello da parte di don Giusto: "Chi avesse del tempo e la voglia di aiutarci si metta in contatto con la nostra parrocchia così da poter comunicare le proprie disponibilità. A loro va il nostro ringraziamento. Abbiamo poi sempre bisogno di beni di prima necessità, a partire dal latte e anche scarpe, abbigliamento e biancheria intima". Anche perché questi minori, come tutti i migranti, quando sbarcano dai barconi possiedono solo quello che indossano. A conferma che a Como è sempre più complesso garantire aiuto e assistenza ai minori non accompagnati l’intervento di Andrea Pelichetti, prefetto del capoluogo lariano: "Non stiamo solo discutendo della questione ma stiamo da tempo svolgendo delle attività affiancandoci al Comune titolare della protezione. A Como scontiamo la vicinanza con la Svizzera: in quanto provincia frontaliera abbiamo numeri più alti. Stiamo cercando di trovare delle vie d’uscita per alleggerire la presenza e garantire loro l’accoglienza qualificata che la legge prevede". Il prefetto ha chiesto la collaborazione a tutti i Comuni comaschi.