Aumentano in frontiera i sequestri di merce con le griffe delle celebrate marche svizzere. L’ultimo qualche giorno fa al valico di Ronago
La nuova frontiera del contrabbando dal Canton Ticino è quella degli orologi di pregio con le griffe delle celebrate marche svizzere. I numeri non sono quelli delle ‘bionde’, il cui destino è di finire in fumo, o dei metalli preziosi (oro in primis) che continua e che per decenni hanno contribuito a scrivere pagine di storia dei commerci a cavallo della frontiera. Questa nuova frontiera del contrabbando sta crescendo, come conferma l’attività delle Fiamme gialle di Ponte Chiasso, che nei giorni scorsi hanno sequestrato al valico di Ronago 7 Rolex e un Patek Philippe per un valore di 350mila euro. Orologi che erano stati acquistati a Lugano. I finanzieri hanno trovato anche la documentazione e le garanzie rilasciate da un’oreficeria luganese. Alla Procura di Como sono stati denunciati un 55enne e una 40enne ticinese, residenti in Veneto, trovati in possesso del tesoro.
La coppia, che viaggiava a bordo di un Suv, non è stata in grado di giustificare il possesso degli otto orologi. I due sono sospettati di essere ‘corrieri di orologi’. Una figura che va ad aggiungersi a quelle storiche legate al traffico illegale di valuta e metalli preziosi. La Procura di Como ha aperto un’inchiesta per saperne di più sul sequestro.
L’operazione dei giorni scorsi al valico di Ronago fa seguito a quella di qualche mese fa che ha fatto emergere una singolare variante: il traffico di trenta Rolex (valore 800mila euro) da Milano a Lugano e successivo ritorno nel capoluogo lombardo. E questo grazie alla disponibilità di tre ticinesi, nel ruolo di prestanome denunciati a piede libero (con loro un quarto ticinese che nel traffico di orologi di pregio ha avuto un ruolo apicale e diciotto lombardi, fra cui una decina di comaschi) per contrabbando e ricettazione.