A organizzare la festa non autorizzata anche una ragazza ticinese. Sequestrati gli impianti di illuminazione e amplificazione
Cinquantaquattro partecipanti, una ventina dei quali svizzeri, soprattutto ticinesi, al rave party all’Alpe di Colonno, sui monti tra Lario e Ceresio, dello scorso 22 maggio, sono stati raggiunti dal foglio di via obbligatorio firmato dal Questore di Como.
Un provvedimento tutto sommato indolore, in attesa delle decisioni che prenderanno i giudici del capoluogo lariano, considerato che il centinaio di giovani identificati dalle Forze dell’ordine sono stati denunciati per invasione di terreni. All’attenzione della Procura di Como la posizione degli organizzatori del raduno non autorizzato (tre italiani e tre svizzeri, fra cui una ragazza ticinese). Nella segnalazione dei fatti inviata ai magistrati inquirenti i poliziotti della Divisione anticrimine della Questura lariana anche un manifesto sequestrato all’Alpe di Colonno sul quale è stata scritta una filastrocca: "Se la Questura non vuoi mobilitare e la ‘pula’ non vuoi fare arrivare, l’info sui social non postare, fatti furbo e in un altro modo falla girare". Il rave party – hanno poi accertato gli investigatori – era stato pubblicizzato solo sui canali riservati e controllati da organizzatori e partecipanti all’evento. Uno scrupolo che non è bastato, in quanto nessuno aveva fatto i conti con un pastore che, salendo al pascolo per controllare un gregge di pecore, richiamato dalla musica a tutto volume, ha visto i giovani partecipanti al rave party.
Da qui una telefonata al sindaco di Colonno (suo amico) e alle Forze dell’ordine che intervenute in gran numero (poliziotti e carabinieri di Menaggio) hanno circondato l’intera zona, riuscendo a identificare quasi tutti i partecipanti al rave party. "In corso c’era un evento musicale clandestino, con tanto di tende, illuminazione e un potente impianto di amplificazione – scrive la polizia nella segnalazione alla Procura di Como –. La musica era riprodotta a un volume talmente elevato da non poter non essere rilevata nonostante la zona fosse isolata e difficilmente raggiungibile". Gli impianti di illuminazione e di amplificazione, il cui valore supera i 20mila euro, sono stati sequestrati. Provvedimento già convalidato dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Como. Un’ultima annotazione per dire che i partecipanti all’evento musicale clandestino prima di allontanarsi dall’Alpe di Colonno hanno fatto le pulizie, rimuovendo anche l’ultimo pezzetto di carta. Fracassoni, ma anche ambientalisti.