Il sacerdote dei migranti lancia un invito da un editoriale sul periodico delle sue parrocchie. Farà discutere
«Invito personalmente a non pagare la parte delle nostre tasse che finisce in spese militari; invito a fare obiezione di coscienza alle spese militari». È quanto scrive don Giusto della Valle, parroco di Rebbio e Camerlata, già missionario in Africa, da sempre a Como a favore dei migranti (è arrivato a ospitarne sino a cento nel suo oratorio, dove ora accoglie i profughi ucraini) nell’editoriale che apre il numero di aprile de ‘Il Focolare’, periodico delle due parrocchie. Parole destinate a scatenare un ampio dibattito.
L’invito del sacerdote (molto conosciuto e seguito anche in Canton Ticino) è decisamente forte e va oltre i consueti appelli alla pace. Arriva nell’ambito di una chiara e diffusa condanna della guerra: «Carissimi, noi siamo per un mondo fraterno in cui le identità nazionali – un bene prezioso – si fondono con l’essere abitanti della casa comune che è il mondo, il cosmo. Noi crediamo e facciamo in modo tale che le risorse della Terra siano per tutti equamente distribuite; che chi ha tante risorse, tanto patrimonio energetico ne dia con una giusta retribuzione a chi non ne ha o ne ha poco. Noi crediamo che le nostre capacità intellettuali e di volontà se gestite "per me" sono fallite, se invece sono "per noi" trovano piena realizzazione e il noi oggi è il mondo intero. Noi crediamo che le Chiese, le Religioni se entrano e animano il progetto di umanità fraterna hanno un senso, altrimenti sono storicamente fallite, poco attraenti e oggetto di ripugnanza. Perciò siamo contro un mondo impostato sui blocchi di popoli contrapposti: o fai parte del mio blocco – si dice – o sei mio nemico; e se sei neutro fanno di tutto per attirarti dalla loro parte».
Continua il sacerdote: «Siamo contro la potenza costruita sugli arsenali militari, contro ogni arma, contro le armi nucleari e contro l’ospitalità in territorio italiano delle armi atomiche americane. In tal senso invito personalmente a non pagare la parte delle nostre tasse che finisce in spese militari, invito a fare obiezione di coscienza alle spese militari».
Don Giusto poi si interroga: «E di fronte alla violenza subita cosa fare? Di fronte alla prepotenza degli invasori Gesù nostro cosa farebbe? Lui storicamente ha resistito come "Agnello condotto al macello" dice il profeta Isaia, così come ha fatto don Roberto Malgesini (il sacerdote degli ultimi ucciso a Como con decine di coltellate da un migrante, ndr). L’odio si sconfigge con l’amore, con la follia della Croce. È giusto proteggere dagli aggressori i propri figli, gli anziani, i territori invasi? Certamente è giusto, ma con una resistenza non violenta, non armata. I caschi blu dell’Onu nella guerra in Ucraina sono stati completamente messi da parte dai loro principali finanziatori, eppure sono l’unica forza d’interposizione chiamata a intervenire. La preghiera e il digiuno per la conversione dei potenti hanno una grande forza d’interposizione. Maria nel Magnificat si rivolge a Dio che ha sconvolto i superbi nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato – non ucciso – i potenti dai troni e ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati e ha rimandato i ricchi a mani vuote. A me sembra che a Rebbio, a Camerlata, e Como e nel mondo ci siano tanti segni del mondo nuovo, del mondo fraterno, Coraggio allora, è la strada giusta anche se derisa dai potenti».