Confine

Como, pene più severe per i 13 skinheads

Gli imputati avevano fatto irruzione nel Chiostrino di Santa Eufemia quattro anni fa durante una riunione di ‘Como senza frontiere’

Il giudice non ha fatto sconti ai tredici esagitati
(Ti-Press/Archivio)
3 febbraio 2022
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Una sentenza di condanna annunciata quella pronunciata ieri dal giudice monocratico di Como Emanuela Quadruccio nei confronti di tredici skinheads, appartenenti al movimento veneto Fronte Skinheads, finiti a processo con l’accusa di violenza privata per l’incursione avvenuta, la sera del 28 novembre 2017, nel Chiostrino di Santa Eufemia, mentre era in corso una riunione di “Como Senza Frontiere” in quel periodo alle prese con l’emergenza migranti, accampati nei pressi della stazione ferroviaria San Giovanni. Le condanne sono risultate più elevate rispetto alle richieste avanzate dall’accusa: un anno e nove mesi per due dei tredici skinheads, un mese in meno per gli altri undici imputati. L’accusa aveva chiesto condanne comprese fra un anno e un anno e quattro mesi, La sera del 28 novembre 2017 gli imputati, tutti vestiti in nero, con giacconi di pelle, a gambe aperte e con la mani dietro la schiena, in posa militare, dopo aver sorpreso i tredici volontari di “Como Senza Frontiere”, prima di leggere un farneticante documento, pretesero il silenzio. Identificare i tredici skinheads da parte della Digos di Como non era stato difficile: erano ripresi in un video fatto circolare su internet, dove erano state spostate alcune fotografie. Nel processo si sono costituiti parte civile 12 dei 13 volontari presenti la sera dell’irruzione, così come Anpi e Arci, ma non il Comune di Como. Il giudice monocratico ha disposto il risarcimento, la cui entità sarà decisa in sede civile, a favore dei volontari di “Como Senza Frontiera”. Gli eventuali risarcimenti saranno devoluti a don Giusto Della Valle, il parroco dei migranti.

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