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Lago Maggiore, forse un’alternativa all’innalzamento dei livelli

Durante l’incontro tenutosi a Torino si è avanzata l’ipotesi di pompare acqua dalla falda per rifornire la Pianura Padana. Permane comunque scetticismo

Veduta di Sesto Calende
(Wikipedia)
23 gennaio 2022
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Si potrebbe fare a meno del Verbano per rifornire d’acqua la Pianura Padana. Come? Prelevandola dalla falda acquifera. L’alternativa è emersa nel corso dell’incontro organizzato ad Arona dall’assessore all’Ambiente leghista Matteo Marnati. L’assessore è stato contestato da sindaci e operatori turistici della sponda piemontese del Lago Maggiore per aver firmato, lo scorso 22 dicembre, la delibera dell’Autorità di bacino del Po, che prevede come entro il 2026 il livello del Verbano all’occorrenza potrà arrivare sino a 150 centimetri sopra lo zero idrometrico, allo sbarramento di regolazione della Miorina di Sesto Calende.

A sostenere l’alternativa della falda acquifera l’Istituto per lo studio degli ecosistemi del Cnr di Verbania Pallanza che dal 1952 monitora il livello del Lago Maggiore. Una soluzione che, comprensibilmente, non è dietro l’angolo, quando invece è urgente trovarne una in grado di soddisfare le esigenze, fin qui contrapposte, di tutti i soggetti fortemente interessati dal livello del grande lago insubrico.

Ora come ora sul livello estivo del Lago Maggiore continua a essere battaglia. Un muro contro muro, come si è visto nel corso dell’incontro promosso dall’assessore Marnati. Nessuna soluzione è infatti emersa nel corso del vertice durato due ore tra Regione Piemonte e sindaci dei Comuni lacustri, interpreti delle fortissime preoccupazioni degli operatori turistici e anche di quelle rimbalzate dal Canton Ticino.

Muro contro muro anche perché non ha convinto l’assicurazione da parte di un dirigente regionale che questa estate (15 marzo - 15 settembre) il livello del Verbano resterà a 125 centimetri. Così come poco convincenti per gli amministratori locali guidati da Silvia Marchionini (sindaca di Verbania) sono state valutate le considerazioni di Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità di bacino del Po, secondo cui “il primo ciclo sperimentale non ha rilevato danni al lago e nessuno li vuole creare, ma va valutato che manca acqua e che il Maggiore rappresenta un valido bacino di accumulo”, e di Doriana Bellani, direttrice del Consorzio del Ticino che regola la diga della Miorina, secondo la quale nel periodo estivo il progressivo innalzamento dei livelli sarebbe un fatto trascurabile, considerato che vengono tenuti al massimo consentito per pochi giorni.

Valutazioni che, e non poteva non essere diversamente, hanno sollevato un coro di contestazioni e di allarme da parte degli amministratori locali. Questi ultimi dopo aver ribadito che la zona litoranea vive di turismo e convive con un forte rischio idraulico (l’innalzamento del livello si tradurrebbe in esondazioni, con spiagge e campeggi sott’acqua) hanno chiesto “una valutazione d’incidenza ambientale che una volta per tutte misuri le criticità create da questo innalzamento di livelli”.

Una richiesta condivisa dall’ente di gestione del Parco del Ticino e del Lago Maggiore, per cui è stato chiesto un intervento di Alberto Cirio, presidente di Regione Piemonte, mentre Silvia Marchionini, ha lasciato aperta la via di un’azione legale.

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