Le vittime oggetto di vessazioni e pestaggi erano tutte ticinesi. L’autore, allora 15enne e oggi maggiorenne, è accusato anche di spaccio di droga
Un giovane comasco accusato di aver fatto parte di una baby gang che colpiva al di qua e al di là della frontiera seminando il terrore a Lugano e Como, dopo la sospensione del processo, dal giudice del Tribunale dei Minori, Nicoletta Cremona, (già magistrato nel capoluogo lariano) è stato ammesso alla prova per la durata di un anno che scadrà nel prossimo mese di dicembre: una innovazione nel processo penale minorile, in vigore da qualche anno in Italia.
Il giovane comasco, che all’epoca dei fatti aveva solo 15 anni (oggi è maggiorenne) era chiamato a rispondere di spaccio di droga (marijuana ceduta anche in Ticino a una ventina di persone), ricettazione di orologi di lusso, possesso di un coltello con una lama lunga 20 centimetri, pestaggio di un coetaneo (avvenuto a Lugano), del danneggiamento di una decina di capi d’abbigliamento firmati e di altre vessazioni alle vittime (tutte ticinesi) della baby gang (una decina di minori del Luganese, oltre al ragazzo lariano), che ha agito tra il 2017 e il 2018. Fatti accertati dalla Polizia cantonale ticinese e dai Carabinieri di Como.
Dunque, il ragazzo comasco, su richiesta del difensore Ferruccio Felice, è stato ammesso alla prova che superata porterà alla cancellazione dei reati e quindi il giudice pronuncerà il non luogo a procedere, per estinzione dei reati. Il giudice dei minori Nicoletta Cremona ha comunque fissato alcuni paletti, incominciando dalla verifica intermedia fissata a marzo e controlli tossicologici permanenti. Inoltre, anche divieto di espatrio, controllo delle frequentazioni e previsione di lavori di pubblica utilità. Insomma, una libertà vigilata.