Confine

Valmara, rubato il cippo di confine

Il cippo da oltre 120 rappresentava l'unica insegna per indicare la linea di demarcazione fra Italia e Svizzera

31 dicembre 2020
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Sfregio al valico di Valmara, tra i comuni di Arogno e Alta Valle Intelvi. Nei giorni scorsi è stato rubato il cippo di confine, realizzato su un pezzo di serizzo naturale, che era in quel punto da ormai 120 anni, come certifica la data scolpita nella roccia. Il cippo, di proprietà dello Stato italiano, è considerato un reperto storico, che da oltre un secolo rappresentava l'unica insegna per indicare la linea di demarcazione fra Italia e Svizzera.

A scoprire il furto è stato un finanziere in pensione che ha prestato servizio in zona. La sparizione del cippo è stata denunciata alla Guardia di finanza di Menaggio. Grande amarezza per gli ex finanzieri residenti in Valle d'Intelvi che nel corso degli anni hanno prestato servizio al valico, gli anni in cui Valmara era sorvegliata dalla Guardia di Finanza la cui caserma era a Lanzo Intelvi. Una presenza testimoniata anche dall'associazione Alceo Salvini, dei finanzieri in congedo.  ''È un episodio che noi finanzieri consideriamo molto grave - dicono i rappresentanti dell'associazione -. L'appello che lanciamo a chi ha rubato il cippo è di riportalo al suo posto o di farlo ritrovare''. Ci si chiede chi e perchè ha rubato il cippo che segnava il confine tra Italia e Svizzera. Una azione che non deve essere stata tanto agevole.

Quello dei cippo non è stato l'unico furto decisamente inusuale messo a segno nei giorni scorsi nel Comasco. A Luisago, comune dell'Olgiatese a ridosso della frontiera, nella notte tra domenica e lunedì, sono state rubate 400 pecore. Un abigeato senza precedenti in provincia di Como. ''Non c'è dubbio che il furto è stato messo a segno da persone del mestiere -  sostiene Adelio Frigerio, dell'omonima azienda agricola di Luisago, portata avanti dai nipoti -. Hanno fatto uscire le pecore dagli ovili, facendo loro percorrere un pezzo di strada sino a Villa Guardia. Lì si fermano le loro tracce. E lì le hanno fatte salire su alcuni camion''. Ciò porta a pensare che la razzia di pecore è stata messa a segno di non meno di una mezza dozzina di persone. Per l'Azienda Agricola Frigerio un danno per 80 mila euro. Il furto è stato denunciato ai carabinieri di Como.