Il Senato italiano ha accolto un emendamento al ‘Decreto ristori’ con il quale si promettono ulteriori contributi a fondo perduto ai territori italiani di confine
Nel ‘Decreto ristori’ in approvazione al Senato sono previsti contributi a fondo perduto per i Comuni italiani di confine con i Cantoni svizzeri (Ticino, Grigioni e Vallese), allo scopo di ristorare le economie di territori tra i più colpiti dalle misure restrittive e di contenimento del contagio Covid-19 disposte con gli ultimi decreti del Presidente del Consiglio. Stessa misura per i Comuni di confine con Francia, Austria e Slovenia, anche se hanno subito conseguenze meno pesanti rispetto ai territori confinanti con il Canton Ticino.
“Le economie dei Comuni italiani di frontiera da sempre sono legate al flusso della clientela in entrata dai Paesi limitrofi, un flusso che consente il mantenimento in vita delle principali attività commerciali - sottolinea il senatore democratico varesino Alessandro Alfieri, che assieme a tre colleghi residenti in comuni a ridosso di Francia, Austria e Slovenia, si è visto accogliere l’emendamento che ha aperto la strada al ristoro ai Comuni di confine -. Le necessarie misure messe in campo per fronteggiare la seconda ondata dell’epidemia coronavirus hanno inevitabilmente stoppando questi flussi, colpendo così territori già provati dal lockdown della scorsa primavera, a partire delle province di Como e Varese”.
La richiesta di riconoscere un contributo a fondo perduto anche ai Comuni di frontiera, come già avvenuto ad agosto ai capoluoghi di provincia (ne hanno beneficiato Como e Varese) e alle città metropolitane (Milano per quanto riguarda la Lombardia), oltre che dal notevole calo dei commerci, deriva anche dal bilancio della stagione turistica. Il calo di turisti stranieri in provincia di Como è stato del 70 per cento rispetto allo scorso anno. Sono completamente scomparsi gli statunitensi, i cinesi, i giapponesi e gli australiani. Ancora più pesanti gli effetti delle misure di contrasto alla diffusione del coronavirus con la chiusura delle frontiere e con i divieti di spostamento sui commerci di confine. La Confcommercio di Como stima che l’afflusso della clientela ticinese nei supermercati e nei negozi della fascia di confine è calata di oltre il 90 per cento. Ancora peggio l’andamento delle vendite alla clientela ticinese nei negozi di abbigliamento e calzature.
Anche dalle associazioni di categoria del Varesotto giungono dati allineati a quelli di Como.