Tra Svizzera e Italia non ci sono accordi per lo scambio degli indirizzi. Dati possono essere forniti solo in caso di reati penali
Al Comune di Como far pagare le contravvenzioni al codice della strada agli automobilisti svizzeri è impresa impossibile. Questo perché Palazzo Cernezzi “è nell'impossibilità di disporre degli estremi identificativi degli intestatari dei veicoli multati (divieti di sosta in primis), necessari per procedere alla notifica dei verbali di violazione” che, tradotto in parole povere, significa non avere l'indirizzo a cui spedire la multa. Lo si apprende dopo che, alle sollecitazioni del capoluogo lariano, la sezione della circolazione di Camorino in una nota, ormai datata, aveva sottolineato che “non risulta stipulato tra Italia e Svizzera alcun accordo per lo scambio degli estremi identificativi degli intestatari (proprietari, ndr) dei veicoli oggetto di violazioni amministrative al codice della strada”.
Una volta i dati erano forniti dal Centro di cooperazione di Chiasso. “Poi le autorità svizzere ci hanno fatto sapere che quella modalità poteva essere adottata solo per finalità di reati penali”, sottolinea Antonello Ghezzo, comandante della polizia locale di Como. A conti fatto sono 5mila le autovetture con targhe svizzere (oltre metà ticinesi) che non pagano le contravvenzioni per non meno di 300mila euro all'anno. Un problema molto avvertito anche a Milano e Varese.
La nota della sezione della circolazione di Camorino in riva al Lario è letta come un lasciapassare per gli svizzeri che commettano infrazione alla guida in Italia. A questo punto sembra necessario un intervento del Ministero degli Esteri per arrivare a un accordo ad hoc fra Roma e Berna. Il comandante Ghezzo ha parlato delle indicazioni di Camorino in occasione dell'affidamento a due società specializzate del servizio di recupero crediti internazionali, delle multe prese a Como da veicoli con targhe straniere, con l'esclusione della Svizzera.